Avvenire di Calabria

Il direttore di Caritas italiana ha commentato le decisioni del Consiglio dei ministri che si è svolto a Cutro

Naufragio Cutro, Pagniello (Caritas): «Bene il decreto flussi, ma c’è ancora tanto da fare»

Il sacerdote: «Soluzioni semplici non ne esistono, quello delle migrazioni è un fenomeno complesso»

di Redazione Web

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«Il decreto flussi è positivo». Ad affermarlo è il direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello secondo il quale, però, c'è tanto da fare: «Non basta - dice - inasprire le pene per fermare i trafficanti».

«Nel ragionare sul fenomeno delle migrazioni va sempre tenuto presente che si tratta di un fenomeno globale e complesso. Soluzioni semplici non ne esistono e tuttavia le soluzioni vanno ricercate e rese possibili». Ad affermarlo è don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, commentando le decisioni del Consiglio dei ministri che si è svolto ieri a Cutro, cittadina ionica sulla cui costa il 26 marzo si è registrato il triste naufragio che ha provocato oltre 70 vittime.


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«Certamente i trafficanti di esseri umani vanno fermati» prosegue don Pagniello. Ma basta «semplicemente inasprendo le pene? O forse piuttosto aiutando concretamente i Paesi dove avvengono gli imbarchi e le partenze ad elevare il livello di legalità e giustizia sociale? Non sempre è possibile identificare i veri trafficanti con i cosiddetti scafisti».

Per don Pagniello è «positivo che si intenda favorire gli ingressi regolari in Italia, adeguando in tal senso il decreto flussi. È quanto mai opportuno aumentare le risorse che i Paesi ricchi investono nella cooperazione internazionale. Di fronte a tante morti in mare, abbiamo il dovere di non fare di queste tragedie uno strumento di lotta politica».


PER APPROFONDIRE: Consiglio dei ministri a Cutro, Meloni: «Lotta senza confini ai trafficanti di vite umane»


Per il direttore di Caritas italiana, infine, le parole di papa Francesco – «…Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate…» – devono essere «piuttosto di monito e di stimolo a fare veramente ognuno la propria parte e ad assumersi le proprie responsabilità. Tutti, le istituzioni (nazionali e internazionali) e i cittadini».

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