
Dall’Ucraina a Roma, speranza tra le macerie. Don Taras Zheplinskyi racconta il “suo” Giubileo
In occasione del Giubileo della Comunicazione, don Taras Zheplinskyi, vicedirettore del Dipartimento della comunicazione della
di Chiara Genisio* - «La vita dell’uomo non è solo cronaca asettica di avvenimenti, ma è storia, una storia che attende di essere raccontata attraverso la chiave interpretativa in grado di selezionare e raccogliere i dati più importanti», leggendo queste parole di papa Francesco scritte nel messaggio per la 51ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali “Non temere, perché io sono con te (Is 43,5) Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” ho subito pensato ad una donna straordinaria: Etty Hillesum. La stessa testimone dell’olocausto che è stata richiamata dalla biblista francese Anne–Marie Pelletier nelle sue meditazioni per la via crucis al Colosseo di quest’anno. Nella riflessione per la settima stazione, infatti, Pelletier ci ricorda, «Etty Hillesum, donna forte d’Israele rimasta in piedi nella tempesta della persecuzione nazista, che difese fino all’ultimo la bontà della vita, ci suggerisce all’orecchio questo segreto che lei intuisce alla fine della sua strada: ci sono lacrime da consolare sul volto di Dio, quando piange sulla miseria dei suoi figli. Nell’inferno che sommerge il mondo, lei osa pregare Dio: “Cercherò di aiutarti”, gli dice. Audacia così femminile e così divina».
In occasione del Giubileo della Comunicazione, don Taras Zheplinskyi, vicedirettore del Dipartimento della comunicazione della
Firmato il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico tra Fnsi (Federazione nazionale stampa
Intervista esclusiva al manager calabrese che dal 2004 aiuta persone e aziende a navigare i processi di trasformazione digitale.
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