Avvenire di Calabria

L'iniziativa è stata promossa dall'associazione Attendiamoci all'interno di una strategia più ampia

Officine24, nasce un centro di residenzialità funzionale

Redazione Web

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Taglio del nastro in casa Attendiamoci: all’interno del complesso residenziale “Condominio Porto Sant’Elia” a Lazzaro di Motta San Giovanni è stato  inaugurato Officine24, bene confiscato alla criminalità organizzata, un piccolo appartamento di 20 mq dove si è creato un angolo di residenzialità funzionale alle già esistenti Officine del Lavoro. 

Alla presenza di autorità civili e religiose, nella sala conferenze delle Officine del Lavoro, le parole di Gianni Mazza, vicepresidente di Attendiamoci, e le immagini di un video hanno ricordato il lavoro svolto dai volontari negli ultimi sei anni, da quando la famiglia Ursino Canale -Versace ha donato il bene.

“Sono passati quasi 6 anni dal nostro insediamento nei seminterrati del Condominio Porto Sant'Elia,  - ha detto Mazza - e sin dal primo giorno non abbiamo mai smesso di sognare questo luogo pieno di giovani e di attività per il  territorio, così come lo è stato tempo fa. La famiglia Ursino Canale - Versace ha voluto destinare questo spazio a fini sociali, ed è da questo  gesto di generosità che l’Associazione Attendiamoci, a piccoli passi, ha messo le basi per la realizzazione delle "Officine del Lavoro". Con tanta fatica, sacrifici e dedizione abbiamo fatto tantissimi lavori, anche soprattutto grazie al tempo che tante aziende e tanti volontari – giovani e non - hanno dedicato a queste opere. 

Oggi siamo giunti ad un traguardo che sognavamo da tempo: anche se non completamente rifinite, “Le Officine del Lavoro” sono ormai pronte ad ospitare i laboratori pensati ed a diventare luogo di aggregazione, educazione all’imprenditorialità, occasione di crescita e slancio per i giovani del nostro territorio. La mission di questo nuovo progetto è quella di “sviluppare una visione imprenditoriale nei giovani tra i 18 e i 30 anni favorendo la nascita di idee e prodotti innovativi”. La strategia da noi adottata per favorire la cultura di impresa è quella dei laboratori. Le "Officine del lavoro" vogliono essere infatti un centro laboratoriale dinamico e creativo, nel quale la riscoperta di mestieri come il falegname o il pasticcere diventano la giusta leva per educare i giovani in una forma di organizzazione che parte, innanzitutto, dalla gestione del proprio tempo personale e successivamente dalla gestione del tempo all’interno del gruppo. La nostra è una formazione a 360 gradi: il nostro fine è quello di offrire degli strumenti con i quali i giovani possano scoprire e mettere a frutto la loro vocazione personale. Ed è proprio da questo luogo che si è pensato di realizzare uno spazio che possa essere ancora meglio a servizio dei giovani con la possibilità della residenziali, con il progetto “Officine24”.

“Sono qui a portare i saluti del prefetto - ha detto la dottoressa Adorno, capo di Gabinetto - ma sarei venuta comunque perché seguo sempre con attenzione e piacere il lavoro di Attendiamoci. Dico semplicemente, - come dice don Valerio - “ Che meraviglia”! Andate avanti così siete un faro per i giovani”.

Anche don Gianni Polimeni ha voluto essere presente e dare il suo saluto e il professore Domenico Nicolò, dell’Università Mediterranea ha avanzato una proposta concreta: “Propongo a Don Valerio e ad Attendiamoci di stilare una convenzione con il Retmes, il laboratorio sulla creazione di impresa nel Mediterraneo che presiedo per fare ricerca insieme e per offrire ai giovani una occasione in più".

“Siamo felici del lavoro fatto fin qui, - ha detto don Valerio Chiovaro, presidente di Attendiamoci Onlus- e dobbiamo andare avanti pensando a quanto abbiamo visto nel nostro recente viaggio in Turchia: dobbiamo essere testimonianza per i giovani che devono trovare la fede e dobbiamo essere come una chiesa nascosta che crea semi di speranza. I nostri giovani sono la speranza”.

A tagliare il nastro, dunque, del piccolo appartamento don Valerio Chiovaro, don Gianni Polimeni e  la dottoressa Adorno, insieme a tutti gli intervenuti per un momento di festa.

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