Avvenire di Calabria

Il primo giorno dell'anno si celebra la Giornata istituita per la prima volta da Papa Paolo VI nel 1968

Giornata mondiale della Pace: il messaggio di papa Francesco

Il Santo Padre dedica la sua riflessione al rapporto tra Intelligenza artificiale e conflitti nel mondo

di Redazione Web

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Si celebra oggi, la 57esima Giornata Mondiale della Pace. Il tema scelto quest'anno è: «Intelligenze artificiali e pace». La Giornata si celebra, dal 1968, il primo gennaio di ogni anno, per volere di Papa Paolo VI.

1 gennaio 1968: la prima giornata della pace

Con questa giornata, si intende dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione e alla preghiera per la pace. Il primo messaggio risale al primo gennaio del 1968. Paolo VI, in quella circostanza, inizio il suo messaggio con un saluto e il richiamo storico ai valori della "Pax romana", «fondata sull'universale estensione dell'eguaglianza dei diritti dei suoi cittadini, fieri e liberi».


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Continunava il messaggio per la prima Giornata della Pace: «Giunga ora il Nostro saluto fraterno e paterno ed il Nostro augurio di pace, con quanto la pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace».

Giornata mondiale della pace, il messaggio di quest'anno

Papa Francesco dedica il Messaggio per la Giornata della pace 2024 all'intelligenza artificiale, che ha già introdotto «profonde trasformazioni nella società», cambiando molti aspetti della nostra vita quotidiana, con il rischio di aggravare le disuguaglianze e i conflitti.

«Il rispetto fondamentale per la dignità umana postula di rifiutare che l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati». No al «paradigma tecnocratico» e alla dittatura degli algoritmi.

«Il mondo non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra. Così facendo, non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più artificiale», scrive il Santo Padre.


PER APPROFONDIRE: Intelligenza artificiale e pace, così la tecnologia salverà il mondo


«Le più avanzate applicazioni tecniche non vanno impiegate per agevolare la risoluzione violenta dei conflitti, ma per pavimentare le vie della pace», il monito relativo «alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti». «La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra».

«Non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando, ad esempio, attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime», tuona Francesco, che esorta ad «adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme» e mette in guardia dal "paradigma tecnocratico" e dalla dittatura degli algoritmi.

«I progressi dell’informatica e lo sviluppo delle tecnologie digitali negli ultimi decenni hanno già iniziato a produrre profonde trasformazioni nella società globale e nelle sue dinamiche», continua Francesco, secondo il quale «i nuovi strumenti digitali stanno cambiando il volto delle comunicazioni, della pubblica amministrazione, dell’istruzione, dei consumi, delle interazioni personali e di innumerevoli altri aspetti della vita quotidiana».

Inoltre, «le tecnologie che impiegano una molteplicità di algoritmi possono estrarre, dalle tracce digitali lasciate su internet, dati che consentono di controllare le abitudini mentali e relazionali delle persone a fini commerciali o politici, spesso a loro insaputa, limitandone il consapevole esercizio della libertà di scelta».

Il grido d'allarme di papa Francesco: «Intelligenza artificiale va intesa come galassia di realtà diverse: agire in modo responsabile»

«In uno spazio come il web, caratterizzato da un sovraccarico di informazioni, possono strutturare il flusso di dati secondo criteri di selezione non sempre percepiti dall’utente», il grido d’allarme di Francesco, secondo il quale «l’intelligenza artificiale deve essere intesa come una galassia di realtà diverse e non possiamo presumere a priori che il suo sviluppo apporti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli». Di qui la necessità di «agire in modo responsabile e rispettare valori umani fondamentali come l’inclusione, la trasparenza, la sicurezza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità».


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«Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso», la denuncia. «Non è sufficiente nemmeno presumere, da parte di chi progetta algoritmi e tecnologie digitali, un impegno ad agire in modo etico e responsabile», avverte il Papa.

«Occorre rafforzare o, se necessario, istituire organismi incaricati di esaminare le questioni etiche emergenti e di tutelare i diritti di quanti utilizzano forme di intelligenza artificiale o ne sono influenzati». Alcuni dispositivi dell’intelligenza artificiale possono «allucinare», cioè «generare affermazioni che a prima vista sembrano plausibili, ma che in realtà sono infondate o tradiscono pregiudizi»: «Questo pone un serio problema quando l’intelligenza artificiale viene impiegata in campagne di disinformazione che diffondono notizie false e portano a una crescente sfiducia nei confronti dei mezzi di comunicazione», argomenta Francesco.

Prima di tutto: «il rispetto della dignità umana»

Tra le conseguenze dell’uso improprio dell’IA, «la discriminazione, l’interferenza nei processi elettorali, il prendere piede di una società che sorveglia e controlla le persone, l’esclusione digitale e l’inasprimento di un individualismo sempre più scollegato dalla collettività».

Tutti fattori, questi, che «rischiano di alimentare i conflitti e di ostacolare la pace», osserva Francesco, per il quale l’abilità di alcuni dispositivi nel produrre testi sintatticamente e semanticamente coerenti «non è garanzia di affidabilità», così come «la grande quantità di dati analizzati dalle intelligenze artificiali non è di per sé garanzia di imparzialità». «Quando gli algoritmi estrapolano informazioni, corrono sempre il rischio di distorcerle».

«Il rispetto fondamentale per la dignità umana postula di rifiutare che l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati», conclude il Papa, che getta l’allarme sulle possibili conseguenze nel mondo del lavoro: «mansioni che un tempo erano appannaggio esclusivo della manodopera umana vengono rapidamente assorbite dalle applicazioni industriali dell’intelligenza artificiale».

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