
Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Francesco Saverio
Un “gigante” della Missione e grande evangelizzatore, fu il primo a predicare in Giappone. Nel 1927 viene proclamato patrono delle missioni insieme a Sante Teresa di Lisieux.
Oggi la Chiesa festeggia i santi Simone e Giuda. Furono entrambi apostoli di Cristo e testimoni della sua risurrezione, predicarono il Vangelo in Egitto e in Mesopotamia e subirono insieme anche il martirio.
Giuda, detto anche “Taddeo” (che significa “magnanimo”) o “Lebbeo” (“coraggioso”) è omonimo del traditore, fratello di san Giacomo il Minore e perciò stretto parente di Gesù. È nominato in Matteo 10,3, Marco 3,18, Luca 6,16 e negli Atti degli apostoli 1,13, ma nulla si sa del suo apostolato. Nell’ultima cena chiese spiegazioni al Signore sulla sua manifestazione, e questi gli rispose: “Se uno mi ama osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Se si presta fede a Niceforo Callisto, Giuda avrebbe predicato il Vangelo in Giudea, Samaria, Idumea, Siria e Mesopotamia, e avrebbe subito il martirio a Emessa. Alcuni scrittori lo hanno confuso con il discepolo Addai. Oggi è venerato come patrono dei casi disperati. Sotto il nome di Giuda abbiamo nel Nuovo Testamento una breve Lettera, che è una delle sette Lettere cattoliche. L’autore si designa da sé con nome di “Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo”.
La maggior parte dei commentatori è perciò d’accordo nel riconoscervi uno dei dodici apostoli, cioè quello detto Taddeo o Lebbeo. L’epistola è indirizzata ai cristiani dell’Asia Minore, provenienti dal giudaismo, allo scopo di prevenirli contro le false dottrine. Fu scritta probabilmente in Oriente, tra il 62 e il 66, prima della distruzione di Gerusalemme.
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San Simone, da Luca soprannominato “Zelota” (che significa “fervente, osservante della legge”, ma forse lo chiama così perché aveva militato nel gruppo antiromano degli zeloti), da Matteo e Marco è chiamato “Cananeo”. È il patrono dei pescatori, e si disputa se sia uno dei “fratelli” del Signore: l’ordine dei cataloghi degli apostoli, dove Simone figura tra i fratelli Giacomo il Minore e il Taddeo, o dopo di essi, prima del traditore, lo farebbe supporre.
Ma allora ci si chiede perché Luca, mentre dice il Taddeo fratello di Giacomo, non dice altrettanto di Simone. Mancano notizie posteriori degne di fede, il che rende dubbia l’identificazione. Più in generale, secondo le varie tradizioni, Simone sarebbe stato vescovo prima a Gerusalemme e poi a Pella, oppure avrebbe evangelizzato la Samaria e sarebbe morto martire e sepolto in Persia.
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San Giuda Taddeo fu trucidato da sacerdoti pagani in maniera crudele, violenta e disumana. È rappresentato nelle sue immagini mentre tiene in mano un libro che simbolizza la parola di Dio che egli annunciò, e un'alabarda, una specie di lancia che fu lo strumento utilizzato nel suo martirio. Le sue reliquie attualmente sono venerate nella Basilica di San Pietro, a Roma.
La sua festa liturgica è celebrata il 28 ottobre, probabile data del suo martirio avvenuto nel 70 d.c. In Brasile, la devozione a San Giuda Taddeo è relativamente recente. Essa sorse all'inizio del XX secolo, raggiungendo presto una grande popolarità. Egli è invocato come il santo dei disperati e degli afflitti, il santo delle cause senza soluzione, delle cause perse.
San Simone nella Leggenda Aurea e nel Martirologio Romano è accomunato a San Giuda Taddeo, con il quale si ritiene predicò il Vangelo in Egitto e Mesopotamia e subendo insieme il martirio secondo alcuni scrittori. Ecco perché la Chiesa li festeggia insieme il 28 ottobre.
Un “gigante” della Missione e grande evangelizzatore, fu il primo a predicare in Giappone. Nel 1927 viene proclamato patrono delle missioni insieme a Sante Teresa di Lisieux.
Beatificata nel 2010 da Papa Benedetto XVI, è appartenuta al movimento focolarino. La malattia e la morte come testimonianza di Fede incrollabile.
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