Avvenire di Calabria

«Ognuno può scivolare, ognuno di noi»

Il messaggio di Papa Francesco consegnato ai detenuti durante la messa di giovedì santo

di Michela Nicolais

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Il Papa che dalla sua postazione si avvicina, aiutandosi con il bastone, alla pedana sopraelevata dove sono collocati i 12 ragazzi e ragazzi del carcere minorile di Casal del Marmo. Poi lava, asciuga e bacia i piedi di ciascuno. È il momento culminante della Messa in Coena Domini, presieduta e celebrata da Francesco, che torna per la seconda volta, dieci anni dopo, nell’istituto penitenziario romano scelto due settimane dopo l’elezione a papa per il rito del Giovedì Santo.


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Poco prima, l’omelia pronunciata a braccio e durata circa cinque minuti. “Attira l’ attenzione come Gesù, proprio nel giorno prima di essere crocifisso fa questo gesto”, ha esordito Francesco: “Lavare i piedi era abitudine a quel tempo, perché le strade erano polverose, la gente veniva da fuori e all’entrata di una casa, prima del banchetto, si lavavano i piedi. Ma chi lavava i piedi? Gli schiavi, perché era un lavoro dia schiavo”. “Immaginiamo noi come sono stati sbalorditi i discepoli quando hanno visto che Gesù cominciava a fare questo gesto da schiavo, per fargli capire il messaggio del giorno dopo”, ha proseguito il Papa: “Sarebbe morto come uno schiavo per pagare il debito di tutti noi”.

“Se noi ascoltassimo questa cosa di Gesù, la vita sarebbe così bella – la tesi di Francesco – perché ci affretteremmo ad aiutare l’uno all’atro, invece di ad approfittare l’uno dell’atro, come ci insegnano i furbi. Tanto meno ad aiutare l’altro, a dare la mano all’altro: sono gesti universali, dal cuore nobile, e Gesù oggi con questa celebrazione vuole questo, insegnarci la nobiltà del cuore”. “Ognuo di noi può dire: se il Papa sapesse le cose che ho dentro!”, ha esclamato il Papa: “Gesù lo sa e ci ama così come siamo, e ci lava i piedi a tutti noi”. “Gesù non si spaventa mai delle nostre debolezze, perché lui ha pagato già”, ha assicurato Francesco: “soltanto vuole accompagnarci, vuole prenderci per mano perché la vita sia non tanto dura per noi”.

“Adesso farò lo stesso gesto di lavare i piedi, ma non è una cosa folklorica”, ha puntualizzato il Papa: “è una cosa che annuncia come dobbiamo essere noi, l’uno con l’altro”. “Nella società vediamo quanta gente che si approfitta degli altri, quanta gente che è all’angolo e non riesce a uscire perché è lì, quante ingiustizie, quanta gente che è senza lavoro, quanta gente che lavora e la pagano la metà, quanta gente che non ha soldi per comprare le medicine, quante famiglie distrutte, quante cose brutte!”, l’analisi di Francesco: “E nessuno di noi può dire: ‘Io, grazie a Dio, non sono così’. Se non sono così è per la grazia di Dio”, il monito.

“Ognuno può scivolare, ognuno di noi”, ha detto il Papa: “E questa coscienza che ognuno di noi può scivolare è quello che ci dà la dignità di esser peccatori. E Gesù ci vuole cosi, e per questo ha voluto lavare i piedi e dire: ‘Io sono venuto per salvare noi, per servire voi’. Adesso io farò lo stesso gesto, come un ricordo di questo che Gesù ci ha insegnato: aiutare gli uni gli altri, e così la vita è più bella e si può portare avanti così. Durante la lavanda dei piedi – spero di cavarmela, perché non posso camminare bene – pensate voi: ‘Gesù mi ha lavato i piedi, Gesù mi ha salvato. Ho questa difficoltà, passerà’. Ma Gesù non ti abbandona mai! Pensate tutti questo”.

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