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Dalle criticità della riforma Cartabia, alle carenze d’organico, fino al nodo dell’edilizia giudiziaria reggina, a partire dallo stop dei lavori del nuovo Palazzo di Giustizia. Sono solo alcuni temi emersi nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario a Reggio Calabria.
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Ne abbiamo parlato con il procuratore generale presso la Corte d’appello reggina, Gerardo Dominijanni.
Già in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario mi sono espresso sulle criticità della “Cartabia”. La più eclatante è legata all’improcedibilità dei processi. Se fosse entrata in vigore prima, in appello l’85% dei processi pendenti per reati comuni (6631 su 7038) verrebbe dichiarato improcedibile. È giusto che i cittadini lo sappiano.
Sicuramente il Governo adotterà dei correttivi, così come sul controllo delle indagini che implica l’attivazione di meccanismi farraginosi e molto dispendiosi. Pensi, ad esempio, che alcune procedure che potrebbero essere informatizzate, ancora non lo sono. Diciamo che la “Cartabia” è stata fatta troppo in fretta, evidentemente da persone che hanno poca esperienza di lavoro all’interno degli uffici giudiziari.
È una questione di cui si parla da almeno trent’anni, da quando sono entrato in magistratura. Tuttavia, non è solo questione di numeri. I magistrati sono come i medici. Non puoi gettarli subito in corsia, occorre una formazione adeguata, rispetto alla quale serve un cambio di mentalità. È necessario se vogliamo avere una giustizia di qualità.
Il completamento del Palazzo di Giustizia è una questione molto complessa non tanto per gli aspetti giuridici, quanto tecnici da risolvere. La ricerca di spazi è senza dubbio un problema. In parte risolvibile in tempi brevi, con un notevole risparmio di risorse per lo Stato, come nel caso degli uffici della Procura Generale che, con la Corte d’Appello, non è destinataria di spazi all’interno del nuovo Palazzo di Giustizia.
Con il nuovo Palazzo di Giustizia non si libererebbero ulteriori spazi per gli uffici giudiziari di Reggio Calabria?
Certamente il Tribunale e la Procura della Repubblica, oggi collocati in locali inadeguati, se ne avvantaggerebbero. Reggio Calabria ha diritto ad avere il suo Palazzo di Giustizia. Anzi, se ci fosse stata una visione più ampia in quella zona avremmo potuto avere una vera e propria cittadella giudiziaria come fatto a Salerno. Cosa che non potrà avvenire perché le aree adiacenti al complesso in corso di costruzione sono state destinate ad altro.
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Anche questo un errore di valutazione frutto di una mancanza di visione. Un’occasione persa, come tante altre, per questa città.
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