Avvenire di Calabria

Il consigliere delegato alle “grandi opere” dell’ente di Palazzo San Giorgio fa il punto della situazione

Reggio Calabria, al via la stagione delle grandi opere

Dal Palagiustizia al Museo del Mare di Zaha Hadid Carmelo Romeo assicura: «Il 2024 sarà un anno cruciale»

di Francesco Chindemi

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A Reggio Calabria i riflettori non sono puntati solamente sul Ponte sullo Stretto. Presto saranno aperti in città due tra i più grandi cantieri dell’intera Regione. Secondo le previsioni, i lavori inizieranno entro la primavera del nuovo anno. Stiamo parlando del nuovo Palazzo di Giustizia e di un’altra faraonica opera che valorizzerà, invece, il fronte mare: il Museo dell’archistar Zaha Hadid. Sul numero scorso di "Avvenire di Calabria" in edicola con il quotidiano nazionale "Avvenire" abbiamo fatto il punto con consigliere comunale delegato alle due importanti opere della città.

Palazzo di Giustizia e Museo del Mare, presto realtà

Progetti entrambi già esecutivi e che vedono quale garante addirittura il governo nazionale. Nell’ultimo mese, due dei più illustri rappresentanti dell’esecutivo Meloni sono giunti in riva allo Stretto per la sigla di importanti protocolli. Lunedì scorso il viceministro della giustizia Sisto ha illustrato, proprio a Reggio Calabria, il progetto di completamento dei lavori della nuova Cittadella giudiziaria, il cui cantiere è fermo da anni.


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«È stata occasione per celebrare la sinergia istituzionale che, senza guardare alla casacca di appartenenza, ha consentito di sbloccare un’opera fondamentale per la città», commenta ad Avvenire di Calabria il consigliere delegato alle “grandi opere” del comune di Reggio Calabria, Carmelo Romeo. L’esponente di maggioranza ricorda la genesi dell’iter che ha portato alla firma del rogito con cui l’ente di Palazzo San Giorgio ha dato in concessione d’uso per 99 anni allo Stato l’area demaniale su cui insiste il Palazzo di Giustizia.

Palazzo di Giustizia, l’idea per “superare” il contenzioso ancora aperto

«Quando nel 2021 ricevetti la delega fuori giunta, col sindaco Falcomatà ci interrogammo su come superare il contenzioso aperto dal raggruppamento di imprese che aveva vinto l’ultima gara d’appalto bandita dal Comune. In molti - ricorda - avevano storto il naso. Oggi in tanti festeggiano per la soluzione allora prospettata: individuare un altro ente che si occupasse di completare l’opera». Romeo ringrazia in particolare il direttore del Ministero della Giustizia, Massimo Orlando, pronto da subito a sostenere l’idea, «concretizzata nel corso dell’incontro presso l’ufficio dell’allora presidente della Corte d’Appello Gerardis». Ne è nato un protocollo, «poi perfezionato nel corso dei mesi».

Un'ala del nuovo Palazzo di Giustizia, i lavori sono fermi da tempo

C’è fiducia perché l’operazione si possa concludere senza ulteriori intoppi. A garanzia di ciò, sottolinea ancora Romeo, «il fatto che sia il progetto che la direzione dei lavori sono in capo allo Stato». Il prossimo passaggio è la gara d’appalto. «Tra pubblicazione e verifiche varie, non è escluso che entro quattro mesi si possa ripartire».

L’accordo con il Ministero tutela le casse del Comune

L’accordo con il ministero, inoltre, «tutela le casse del Comune dai possibili effetti del contenzioso. In caso di condanna, infatti, l’ente potrà attingere alle risorse inizialmente destinate al completamento dell’opera» ferme come una sorta di “tesoretto”.


PER APPROFONDIRE: Palazzo di Giustizia a Reggio Calabria, verso il completamento dell’opera


Qualora, «come speriamo, il comune dovesse uscirne indenne, le risorse - spiega ancora Romeo - saranno rigirate al Ministero e computate tra i 74 milioni previsti per il nuovo appalto».

Il nuovo Palazzo di Giustizia "completo" entro il 2027

Ci vorranno due anni e mezzo («il 2027 data plausibile» secondo i tecnici) per completare i lavori e consegnare, finalmente, il nuovo palazzo di Giustizia dopo un’attesa ultraventennale. I lavori partiranno entro il 2024, è stato assicurato dai progettisti dall’Uta (Unità tecnica amministrativa) della Presidenza del Consiglio dei ministri con sede a Napoli.

Verosimilmente entro la primavera. La copertura complessiva prevista per l’esecuzione del progetto è di circa 74 milioni di euro. Dovrà essere indetta una gara d’appalto integrata secondo il nuovo codice degli appalti. Per l’espletamento, così come previsto dalle normative vigenti, ci vorranno all’incirca sei mesi di tempo.

Il nuovo Palazzo di Giustizia

Periodo durante il quale sarà fatto un appalto intermedio, pari a duecento mila euro, per eliminare rifiuti e materiale di risulta accumulato all’interno del cantiere fermo ormai da diversi anni. “Rifiuti” intesi non come spazzatura. Si tratta di materiale edile andato a male a causa del mancato impiego, infissi divelti e quadri elettrici non più utilizzabili.

Contestualmente, in questa fase, sarà realizzata una copertura nel corpo “F” per evitare che con l’arrivo delle piogge, nei prossimi mesi, si registrino ulteriori danni alla struttura completata - sulla carta - al 75%. Il lungo stop al cantiere non ha mancato in tutto questo tempo di far emergere ulteriori criticità alla già tribolata esecuzione a intermittenza dei lavori iniziati all’incirca vent’anni fa. Non solo il degrado provocato dagli agenti atmosferici, quando riaprirà il cantiere, le squadre di progettisti, tecnici e operai dovranno fare i conti anche con gli innumerevoli atti vandalici e furti perpetrati in particolare nei confronti degli impianti e della rete elettrica e ai cablaggi.

Museo del Mare di Zaha Hadid un sogno che si appresta a diventare realtà

Insieme al nuovo Palazzo di Giustizia, vedrà luce nei prossimi mesi «più o meno nello stesso periodo» il cantiere del Museo del Mare, progettato dall’archistar Zaha Hadid. Un sogno che si appresta a diventare realtà. Un progetto faraonico, inserito tra i 14 attrattori culturali italiani. «Secondo cronoprogramma approvato dal governo nazionale, l’opera sarà consegnata alla città entro il 31 dicembre 2026».

Un rendere del Museo del Mare di Zaha Hadid

Lo scorso luglio il comune ha istituito una pre-conferenza dei servizi con tutti gli attori coinvolti nel progetto: dall’Autorità portuale alla Capitaneria, alla Soprintendenza. Tutte le indicazioni emerse sono state raccolte dallo studio “Zaha Hadid” per essere poi trasferite nel progetto definitivo che sarà presentato in Conferenza dei servizi entro la fine di questo mese. Subito dopo si procederà alla cantierizzazione dell’area indicata come “lotto zero” dove sorgerà il complesso museale, cioè nella zona dell’ex cantiere Camastra, accanto agli imbarchi delle navi veloci. Proprio in quel punto - ancora Romeo - sono stati effettuati i primi sopralluoghi che hanno interessato anche il fondale marino su cui sorgerà parte della struttura».

«Stimiamo di cantierizzare la zona a inizio 2024. Ciò consentirà di avviare i lavori tra marzo e aprile. Con la ditta che si è aggiudicata l’opera, la Cobar Spa, ci siamo già messi al lavoro in modo tale che una volta partiti, non ci si fermi più. Tra l’altro è la stessa che ha realizzato il “Waterfront” e questo - ha motivo di ritenere Romeo - rappresenta senza alcun dubbio un vantaggio».

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