Avvenire di Calabria

La visita di un Pontefice al Quirinale è una sorta di ritorno a casa

Papa Francesco e Mattarella: cucire insieme le ferite sociali

Due personalità diverse, unite da una caratteristica comune: l’agire morale

Francesco Occhetta

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Riportato da Agenzia Sir


La visita di un Pontefice al Quirinale è una sorta di ritorno a casa. Il palazzo, nella sua storia, è stato abitato da 30 Papi e quattro Re, e ora dal dodicesimo presidente della Repubblica. Nel suo cuore è rimasta la cappella dell’Annunziata che apparteneva a Paolo V Borghese ed è stata dipinta dal Reni all’inizio del 1600. In quello spazio, tra il ciclo della vita di Maria, si trova un dipinto di Maria al Tempio, intenta a cucire con l’assistenza di due angeli.

È sull’opera del cucire che i vertici dello Stato e della Chiesa si sono ritrovati per rinnovare l’impegno di curare una società inginocchiata dagli effetti del terremoto, dalla mancanza di lavoro, lasciata sola dall’Europa a gestire l’ondata migratoria, con un deciso impegno in favore dell’ambiente e con tanta paura del terrorismo L’incontro tra Papa Francesco e il Presidente della Repubblica di sabato scorso è destinato ad andare oltre le parole del cerimoniale. In una società in crisi di leader e di padri, ci insegnano che è ancora possibile esserlo. Non con le parole, ma con la forza che si dà alle parole quando a parlare è la credibilità della vita. Il primo, il Papa, l’uomo del carisma che feconda l’istituzione Chiesa.

Il secondo, il Presidente Mattarella, l’uomo dell’istituzione che delle istituzioni è il garante dell’unità e dell’indipendenza. Insieme, due personalità diverse, unite da una caratteristica comune: l’agire (morale) nutrito dalla vita spirituale, la dimensione della vita più profonda. La visita di un Pontefice al Quirinale è una sorta di ritorno a casa. Il palazzo, nella sua storia, è stato abitato da 30 Papi e quattro Re, e ora dal dodicesimo presidente della Repubblica. Nel suo cuore è rimasta la cappella dell’Annunziata che apparteneva a Paolo V Borghese ed è stata dipinta dal Reni all’inizio del 1600. In quello spazio, tra il ciclo della vita di Maria, si trova un dipinto di Maria al Tempio, intenta a cucire con l’assistenza di due angeli.
È sull’opera del cucire che i vertici dello Stato e della Chiesa si sono ritrovati per rinnovare l’impegno di curare una società inginocchiata dagli effetti del terremoto, dalla mancanza di lavoro, lasciata sola dall’Europa a gestire l’ondata migratoria, con un deciso impegno in favore dell’ambiente e con tanta paura del terrorismo. Sono infatti questi i temi dei due discorsi. Immersi in dinamiche politiche che tendono allo scontro tra civiltà, le religioni fanno parte della soluzione del problema. Non deve stupire dunque se il Presidente Mattarella ha fatto il segno di croce insieme al Papa e hanno sostato in silenzio in cappella, il luogo della preghiera. Da qui capiamo cosa significa la “laicità positiva” richiamata da Papa Francesco.

Essere laico per un politico credente come il Presidente non significa nascondere il proprio credo, ma la capacità di accogliere e sostenere tutti i segni religiosi presenti nel Paese affinché creino coesione sociale e costruiscano bene comune. Infine l’abbraccio dei bambini provenienti dalle zone del terremoto che li hanno avvolti per dire che ricostruire si può, anzi si deve.

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