Avvenire di Calabria

Le Acli Colf hanno partecipato all'udienza del Santo Padre in occasione della Giornata Internazionale del Lavoro Domestico

Papa Francesco ha incontrato badanti e colf iscritte alle Acli

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Papa Francesco ha incontrato badanti e colf iscritte alle Acli. L'occasione è stata la Giornata Internazionale del Lavoro Domestico, quando una delegazione delle ACLI Colf ha partecipato all’Udienza Generale del Santo Padre presso il cortile di San Damaso, in Vaticano.

Papa Francesco ha incontrato badanti e colf

Insieme alle ACLI Colf, era presente anche la Presidenza Nazionale delle ACLI che ha voluto onorare questa importante occasione. A margine dell’incontro, la Segreteria Nazionale delle ACLI Colf, Giamaica Puntillo, ha portato il proprio saluto e ringraziamento a Papa Francesco, donandogli la bandiera dell’Associazione Professionale come segno di stima e rispetto. Con questo appuntamento, al quale hanno aderito anche alcune badanti in rappresentanza della categoria, le ACLI Colf hanno voluto testimoniare il proprio impegno costante e quotidiano nella tutela e nella promozione del settore domestico e di cura, raccogliendo l’invito del Pontefice a farsi carico delle esigenze e delle sofferenze altrui. Terminata l’Udienza Generale, nel pomeriggio le ACLI Colf hanno proseguito le celebrazioni realizzando una puntata speciale di “Domestichi-Amo. Una finestra sul lavoro di cura”, che va in onda quindicinalmente  in diretta facebook nella quale si è discusso dell’impatto del coronavirus nel lavoro domestico che la situazione pandemica in corso ha colpito in maniera drammatica causando disoccupazione, sconcerto e smarrimento.  

L'importanza del lavoro domestico durante la pandemia

Il quadro che emerge ci informa , ha sostenuto ancora  la Segretaria Nazionale, di una persistente diffusione del lavoro nero che oggi si attesta intorno al 60% del totale impiegato in questo ambito. Un fenomeno allarmante, diffuso in tutta la Penisola, con punte particolarmente elevate nel Mezzogiorno. Il lockdown dell’anno scorso, ma anche la sanatoria dell’estate 2020, hanno consentito l’emersione di una parte del lavoro irregolare, sebbene poi si siano registrate numerose chiusure di contratti, sia per la crisi economica di molte famiglie, sia per la paura di contagiarsi. Come continuiamo a ribadire a più riprese, senza un’adeguata politica e senza un opportuno decreto flussi, la piaga del lavoro nero e grigio difficilmente verrà contrastata e vinta in un segmento costituito quasi prevalentemente da soggetti già di per sé fragili. Il recente contratto, siglato lo scorso Settembre, si muove in una prospettiva di sostentamento all’intero comparto, riconoscendo alcuni importanti diritti per la categoria ,di cui non possiamo che essere soddisfatte nel complesso.

La necessità di rivedere il Contratto nazionale

Di certo c’è che il lavoro privato di cura, al momento, rimane l’approdo naturale per moltissime donne – e in misura minore di tanti uomini – in cerca di un’occupazione. Persistono dei colpevoli ritardi in tutti quegli aspetti che dovrebbero legare la formazione, la certificazione delle competenze, le azioni di sportello. Limitate o nulle sono le azioni in ambito nazionale per sostenere l’intero comparto: ad esempio, ancora poco si fa a livello fiscale per alleggerire le famiglie dalle spese per la cura dei propri cari, nonostante alcune detrazioni contenute nell’ultimo Contratto Nazionale. Inoltre, senza efficaci e pervasive opere di sensibilizzazione, sarà difficile che la situazione cambi in maniera significativa. Le ACLI Colf, comunque, proseguono il loro cammino ed il loro impegno, fiduciose in un futuro che sappia garantire una maggiore tutela e dignità a queste donne e uomini, il cui operato si rivela ogni giorno più indispensabile e insostituibile.

Articoli Correlati