
Il ritorno di Lucano e non solo. Ecco i principali risultati in Calabria delle comunali
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PAROLA AI CANDIDATI/9 - Saverio Pazzano è stato il primo a presentare il suo progetto: è sostenuto da due liste civiche dichiaratamente di sinistra. Il debito non spaventa La Strada: «Bisogna fare politica non essere ragionieri» dice il prof.
Sistema–rifiuti. Come uscire dalla crisi?
Gestione pubblica, programmazione e organizzazione dettagliata dei servizi. Quelle che viviamo come emergenze sono invece risorse, opportunità di lavoro e di una vita civile migliore. Vale tanto per i rifiuti quanto per l’acqua o la depurazione. Ecostazioni, conferimento misto dei rifiuti, compostiere di comunità, isole ecologiche, siti di stoccaggio, spazi di riuso sono la soluzione al problema, ma anche nuove opportunità di lavoro e occasioni di aggregazione per la comunità cittadina. Sappiamo attrarre gli investimenti. I soldi ci sono.
Finanziariamente, è davvero impossibile governare Reggio?
In una situazione di predissesto c’è un mare di politica da fare. È proprio questo lo spazio in cui la politica deve dimostrare di essere all’altezza. Certo, è comodo limitarsi ad azioni “di ragioneria”, imputando tutto a chiunque fuorché a sé. Altre città lo hanno fatto e hanno ottenuto profonde revisioni del debito, con notevoli alleggerimenti per le tasse comunali. Poi, programmare: abbiamo sprecato o perso in questi anni milioni di euro dell’Ue. Noi sapremo intercettarli e utilizzarli bene per garantire, in primis, i servizi essenziali.
Burocrazia eccessiva e infiltrazione mafiosa. Come agire?
È chiaro che tre sono i principali aspetti su cui le mafie investono: rifiuti, edilizia pubblica, sanità. Dobbiamo portare la massima trasparenza ed efficienza in questi settori, per sottrarre spazio alla massondrangheta. Una governance che valorizzi e tuteli il lavoro dei dipendenti del comune e della Città metropolitana, che renda continuamente e immediatamente pubbliche tutte le attività amministrative. Bandi, gare, interventi. Una continua ed estrema evidenza pubblica: dobbiamo sottrarre alla massondrangheta lo spazio di area grigia e nascondimento in cui opera. C’è poi la presenza sul territorio, l’aspetto “militare” del fenomeno: occorre una continua azione di educazione, insieme ad una collaborazione costante con le associazioni e con gli organi dello Stato.
Quale modello di Welfare?
Si dice sempre «ripartire dagli ultimi». Noi abbiamo sempre detto «ripartire con gli ultimi». Un programma costruito dal basso, con le persone che quotidianamente vivono le difficoltà della strada, con coloro che vivono i problemi reali di una città senza servizi. Una profonda giustizia sociale parte da un’equa distribuzione delle risorse e dei servizi quartiere per quartiere. Partire dal Piano di Zona per definire una programmazione integrata, per evitare gli sprechi, per riprendere il cuore di una città che nelle politiche sociali (attraverso figure come don Italo Calabrò) ha dettato linee operative nazionali.
Lavoro e Sud. Le tre parole–chiave.
Cultura, turismo, ambiente. Sono le tre direttrici attraverso cui rilanciare Reggio in una dimensione euro– mediterranea. È evidente a chiunque il fatto che Reggio sia una città dalle potenzialità enormi in questi settori, ma occorre programmazione e capacità di attivare una “produzione” culturale, con start up, cooperative, distretti dell’economia civile, mobilità sostenibile, valorizzazione dell’esistente, piena fruizione degli spazi collettivi, investimenti davvero mirati. In tal senso la nostra collaborazione costante con altre città europee ed italiane è già un primo attrattore.
Politiche della famiglia, qual è la vostra visione?
Diritto alla casa, asili nido, consultori, assistenza a chi è portatore di qualunque disabilità. Le politiche della famiglia devono avere al centro la possibilità di formare una famiglia. Sono sposato e a giorni nascerà nostro figlio, capisco profondamente le difficoltà di fare famiglia in un territorio con servizi carenti. Dobbiamo ripartire da qui. Per un’amministrazione questo è fondamentale, parliamo di Costituzione, di doveri che un Sindaco deve riconoscere come primari. C’è una figura che mi è di riferimento in questo: Giorgio La Pira, credente e cittadino.
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