Avvenire di Calabria

La comunità parrocchiale di Lazzaro ha vissuto un momento di intensa preghiera e profonda commozione

Lazzaro, il salone-chiesa intitolato a don Mimmo Marino

Don Mimmo Marino è stato parroco della comunità per ben 20 anni, dal 28 giugno 1970 all’8 aprile 1990

di Redazione Web

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Giovedì 16 giugno, la Comunità Parrocchiale “S. Maria delle Grazie” di Lazzaro ha vissuto un momento di intensa preghiera e profonda commozione ricordando don Mimmo Marino, parroco della Comunità per ben 20 anni, dal 28 giugno 1970 all’8 aprile 1990.

La parrocchia di Lazzaro ricorda don Mimmo Marino

Nel giorno del nono anniversario della sua nascita al cielo la Comunità ha voluto intitolare a lui il Salone Chiesa della zona del quartiere Lavandara, con una solenne celebrazione presieduta dal parroco don Rodà e un momento di condivisione.

Erano presenti anche i familiari di don Mimmo Marino e particolarmente toccante è stato l’intervento del fratello Enzo che ne ha ricordato gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza con la meditata e travagliata, quanto convinta, risposta alla vocazione sacerdotale.

«Era insopportabile», ricorda con commozione e gioia il fratello, «ma aveva un cuore grande e pronto a donarsi agli altri. E cosi ha fatto nelle diverse parrocchie che ha servito: Condofuri Superiore, San Lorenzo, Lazzaro e Itria». Parrocchie che conservano un ricordo indelebile e che lo stesso don Mimmo portava nel cuore per sempre.


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La proposta dell’intitolazione del Salone Chiesa a Don Mimmo Marino è venuta fuori durante una riunione del Consiglio Pastorale e poi accolta con gioia da tutta la comunità parrocchiale. Chiunque abbia conosciuto don Mimmo, infatti, che fosse all’epoca un bambino, un giovane o un adulto, porta nel proprio cuore il suo ricordo: il dolce sorriso, un buffetto sulla guancia, una pacca sulla spalla o anche un paterno rimprovero.

Don Mimmo Marino è riuscito ad essere un padre, all’occorrenza anche severo, ma certamente amorevole e paziente, un fratello attento alle necessità del prossimo, un amico sempre presente e disponibile all’ascolto. Don Mimmo si è “speso” per la Comunità guardando “avanti”, alla luce delle indicazioni del Concilio Vaticano II, realizzando progetti ed iniziative pastorali importanti come la nascita del gruppo famiglie, realtà ancora oggi presente in parrocchia, il gruppo lavoro, il catechismo o l’acquisto di un grande tendone che servisse da ritrovo alla comunità e soprattutto ai giovani, il cosiddetto “teatro tenda”. Ha stravolto l’idea di “stare in sacrestia”: ci si incontrava non solo per il catechismo ma anche per giocare a ping pong o a biliardino, ma poi tutti a messa.

Indelebile nel cuore di tutti è quando con la sua macchina faceva il giro della parrocchia per “prendere” i bambini e portarli in parrocchia per il catechismo. Ha lavorato per una comunità che sapesse camminare sulle proprie gambe, sempre sotto la guida vigile e accorta di un buon pastore. Già allora, aveva capito che la Chiesa deve essere “Chiesa in uscita” ed ecco l’intuizione di celebrare la Santa Messa anche nelle zone più lontane dal centro, tra cui Lavandara appunto, seppure a quei tempi avevano a disposizione per celebrare soltanto un garage. Con il passare del tempo una famiglia ha donato il terreno e si è potuto costruire il Salone Chiesa a lui oggi intitolato.


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Don Mimmo sicuramente non avrebbe amato essere messo al centro dell’attenzione ma questa intitolazione è stata voluta dalla comunità parrocchiale perché si tenga sempre vivo il ricordo di un parroco che si è messo a “servizio” di essa, annunciando non se stesso, ma Gesù Cristo.

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