Avvenire di Calabria

Il nostro viaggio in parrocchia fa tappa a Sant'Alessio, Laganadi e Podargoni dove da poco c'è un nuovo pastore

Sant’Alessio in Aspromonte, la parrocchia «casa di tutti»

La sfida di don Jean Bosco: «Conoscere le famiglie per camminare insieme e contribuire alla crescita della comunità»

di Redazione Web

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Il nostro viaggio in parrocchia fa tappa a Sant'Alessio, Laganadi e Podargoni. Realtà aspromontane della diocesi di Reggio Calabria - Bova dove da poco c'è un nuovo pastore.

Il 17 luglio dello scorso anno è stato ordinato presbitero nella sua diocesi di Morondava, in Madagascar. Ma don Jean Bosco Ranovelomiandrisoa conosce fin troppo bene la realtà calabrese e reggina in particolare.

In riva allo Stretto, infatti, il giovane sacerdote c’è giunto molti anni fa per portare avanti e concludere il suo cammino di formazione e vocazionale presso il Seminario arcivescovile Pio XI. Un cammino oggi giunto ad una nuova tappa. Quella del ministero pastorale iniziato come vicario parrocchiale delle comunità di Maria Santissima Annunziata di Sant’Alessio in Aspromonte, di Santa Maria delle Grazie di Laganadi e di Maria Santissima del Bosco di Podargoni e Schindilifà.


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«Sono qui dallo scorso mese di ottobre. Inizialmente - non nasconde il giovane sacerdote - ho avuto un po’ di timore rispetto alle attese del popolo di Dio che mi è stato affidato». Paura iniziale superata, racconta ancora il presbitero, grazie alla vicinanza e al supporto dell’amministratore parrocchiale, don Vincenzo Attisano «con il quale - aggiunge - ci siamo subito confrontati sulle cose da fare».

Il bilancio dei primi sei mesi di ministero pastorale

Sei mesi sono ancora pochi per raccogliere i frutti del proprio lavoro, ma già tanti per comprendere già il valore della comunità in cui è stato chiamato ad essere guida e pastore. «Anche l’accoglienza ricevuta - ancora il sacerdote - mi ha aiutato a mettere alle spalle i timori iniziali. Così ci siamo messi subito al lavoro». Il primo passo è stato quello della conoscenza. «Ho voluto conoscere subito le famiglie. Mi sono messo in ascolto dei loro bisogni, che in piccole comunità come queste spesso stentano ad emergere». Per don Jean Bosco, infatti, «la Chiesa deve essere per tutti, anche per chi non viene a messa». Un impegno che il sacerdote conta di mantenere.

Lo ha fatto anche dopo Pasqua, entrando in casa delle persone per la benedizione e per ascoltare le loro richieste. «Ho completato il giro al Sant’Alessio, da qualche giorno spiega - ho iniziato anche a Laganadi». Avvicinarsi alla gente, coinvolgerla nella liturgia e nelle attività parrocchiali è una delle principali «sfide» del nuovo sacerdote. 

«Il Covid - ci riferisce - ha allontanato molte famiglie e fedeli dalla vita di comunità. Ciascuno ha preso l’abitudine di rimanere chiuso in casa. Ecco perché ritengo debba essere la Chiesa ha raggiungerli, ad andare a parlare loro. Proprio attraverso l’ascolto e la condivisione si può riscoprire il valore prezioso del sentirsi comunità viva e partecipe». Sant’Alessio, così come le altre piccole realtà del comprensorio, purtroppo vivono da anni la piaga dello spopolamento.

La sfida: «Camminare insieme guardando avanti»

«Camminare insieme, non aver paura di guardare avanti - ancora le parole di Jean Bosco - sono la medicina». Allo stesso tempo, aggiunge, stiamo cercando di «riavvicinare quei pochi bambini e giovani rimasti, anche coloro che durante la settimana vivono più vicini alla città di Reggio per questioni di opportunità, in particolare perché restando qui verrebbe difficile raggiungere scuola».


PER APPROFONDIRE: Cardeto, don Mazza si presenta: «prima di tutto l’ascolto»


Va anche in questa direzione il dialogo avviato con le famiglie, «affinché tutti assieme dice il sacerdote - ci si possa sentire famiglia. E qui ci sono tutte le condizioni per farlo». Il punto di forza, infatti, «sta proprio nell’essere pochi. Questo aumenta non solo il senso di appartenenza, ma la voglia di fare. E qui ce n’è tanta».

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