Avvenire di Calabria

Liturgia presieduta dall'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova in Cattedrale

Pasqua dello sportivo. Morosini: «Sport, parabola della vita»

Antonio Rinaldo

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Si è tenuta giovedì 22 Marzo, alle ore 18, “La Pasqua dello Sportivo” presso la Cattedrale di Reggio Calabria: la Santa Messa è stata presieduta da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria–Bova. L’importante momento liturgico ha visto una nutrita presenza di autorità civili, enti di promozione sportiva, associazioni, federazioni, società e gruppi sportivi, parrocchie e giovani impegnati nello sport.
All’inizio della celebrazione il direttore dell’Ufficio Pastorale Sport Turismo e Tempo Libero, don Nuccio Cannizzaro, ha salutato l’Arcivescovo, il presidente del Coni Calabria, Maurizio Condipodero, i dirigenti sportivi e i numerosi atleti ringraziando tutti per la consistente partecipazione e affermando che questo rappresenta il primo atto del nuovo Ufficio Sport con la speranza, in seguito, di potere incrementare le attività attraverso la collaborazione di ogni organismo sportivo della diocesi.
L’arcivescovo Morosini ha poi preso la parola sottolineando che non si tratta semplicemente di una celebrazione liturgica, ma è anche l’occasione per fare un raffronto tra la vita e lo sport: «Quest’ultimo è la parabola della vita che va vissuta con lo stesso entusiasmo e la stessa gioia dello sport, come una competizione nel bene».
Tale concetto viene nuovamente ripreso da questi durante l’omelia, focalizzando l’attenzione sul legame profondo tra attività religiosa e pratica sportiva. Il presule ha ribadito, inoltre, che «l’intento non è preparare campioni, ma vedere crescere i giovani attraverso l’attività sportiva come persone mature, equilibrate, educate dalle regole dello sport rigide, provvidenziali, che inducono alla morigeratezza ed evitano le sbavature della vita». Del resto, l’intento dello sport è lo stesso della religione dal momento che Dio, mediante il Vangelo, guida verso la costruzione della personalità nella dignità, disdegnando la competizione fine a stessa ed egoistica.
Più volte, Monsignor Morosini, si rifà a san Paolo, riprendendo quanto da questi detto a proposito dello Sport: «Lottate per aver il premio, ma guai se l’obiettivo ultimo è la competizione e la vittoria» e, ancora, «se volete rendere il corpo docile allo sport dovete sottoporlo agli allenamenti».
È chiaro, ribadisce, ancora, come nello Sport non si debba puntare a vincere ad ogni costo, nuocendo a se stessi e alla propria salute, ma sfruttando la forza naturale l’intelligenza e la capacità di essere costruttori di uno sport in grado di allietare chi lo pratica e il mondo che sta attorno.
È bene «non perdere la partita della vita, ossia la costruzione di una società serena nel rispetto reciproco, poiché non c’è la possibilità di rifarsi al girone di ritorno».  
Infatti, se si vuole costruire la vita e i valori bisogna rinunciare al male, a ciò che non rende uomini, quali l’odio, la violenza (si pensi alla piaga del bullismo).
Conclude con un auspicio: «la parrocchia ha sempre avuto un grande sguardo al mondo dello sport e, forse, esso non ha un altrettanto sguardo amorevole verso di essa, poiché i bambini non vanno a Messa la Domenica per partecipare ad allenamenti e partite.  
Si invitano, pertanto, le moderne aggregazioni sportive e le scuole calcio a guardare con amorevolezza verso la parrocchia».  
Infine, interviene il Presidente del Coni, Condipodero che, dopo aver ringraziato le autorità civili presenti, i ragazzi, i dirigenti, gli allenatori, i genitori, riprende quanto detto dall’arcivescovo, sottolineando l’importanza per i ragazzi di tornare agli oratori, per ricondurre al rispetto delle regole e consentire loro di riappropriarsi dei valori rimasti imprigionati dal consumismo.  
Conclude, quindi, manifestando la sua stima verso don Nuccio Cannizzaro per la collaborazione sportiva intrapresa, augurandosi che lo sport possa restare sempre una positiva metafora della vita.

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