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Durante la Veglia di Pasqua di ieri, l'arcivescovo monsignor Fortunato Morrone ha battezzato due giovani catecumeni nella Basilica Cattedrale.
Diventare cristiani, rinascendo a vita nuova nel battesimo. Ieri durante la veglia pasquale, Mark Joshua e Sunita Mariarosa, hanno ricevuto il battesimo dopo un lungo cammino verso il sacramento. I due catecumeni, infatti, lo scorso 6 marzo, prima domenica di quaresima, hanno ricevuto dalla chiesa reggina-bovese, tramite il suo pastore, l’arcivescovo Morrone, lo status di “eletti”, sono cioè stati scelti e formalmente accolti nella comunità diocesana in virtù dell’autenticità della loro scelta di fede.
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Dopo la consegna della preghiera del “Padre nostro” nella terza domenica, e la consegna del Credo nella quarta, nella quinta domenica di quaresima, sempre affiancati e sostenuti dalle rispettive catechiste e madrine, hanno vissuto il “rito dell’effatà”, che simbolicamente li apre all’ascolto e alla professione della Parola, e l’unzione con l’olio dei catecumeni, per ricevere nuovo vigore in quest’ultimo tratto di cammino.
È stata anche l’occasione per vivere in parrocchia un pomeriggio di ritiro per la preparazione immediata ai sacramenti, che padre Gabriele ha guidato attraverso la “catechesi visiva” fornita dai mosaici del presbiterio e dall’architettura stessa della chiesa, di cui sottolinea «la particolarità di avere conservato il battistero separato dall’aula liturgica che rende evidente il passaggio graduale compiuto dai catecumeni adulti, che entravano nell’aula liturgica solo dopo aver ricevuto i sacramenti».
Proprio intorno al battistero è stato accolto l’arcivescovo Morrone, che ha portato a Mark e Sunita il suo saluto, ringraziandoli per il «passo non scontato verso la fede cristiana» che stanno compiendo e per la «bella testimonianza» che riceve da loro. «Il Battesimo è la porta di ingresso nella vita della chiesa - ha spiegato loro - è l’acqua in cui siamo stati rigenerati a vita nuova, e per sempre!».
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«Attraverso l’“utero della chiesa”, come il battistero veniva definito dai Padri - ha aggiunto - veniamo generati dal corpo di Cristo che è la chiesa ed entriamo nella vita una seconda volta». Questa vita nuova a cui Mark e Sunita sono pronti a rinascere è la luce che si è accesa al cero pasquale, la notte di Pasqua, il giorno dopo il sabato - ha concluso il presule - in cui «l’eterno entra nella nostra vita e ci eternizza».
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