Avvenire di Calabria

La riflessione al 25° Convegno nazionale di Pastorale della Salute che si è svolto dal 7 al 15 maggio dal titolo: «Non ho nessuno che mi immerga. Universalità e diritto alle cure»

Sanità, fra carisma e diritto alla cura

Anche la diocesi reggina ha preso parte ai lavori di Verona durante i quali è stato approfondito il tema legato alla cura integrale della persona vista nella sua dignità

di Luigi Arcudi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

C’era anche l’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova, ai lavori del 25° Convegno nazionale di Pastorale della Salute che si è svolto dal 7 al 15 maggio a Verona dal titolo: «Non ho nessuno che mi immerga. Universalità e diritto alle cure». L’evento ha visto la partecipazione di numerosi relatori, i quali hanno discusso temi fondamentali come il diritto alla cura e la sostenibilità delle opere carismatiche.

Diritto alla cura, la politica si metta in ascolto

Di equilibrio tra carisma e sostenibilità si è discusso, in particolare, nel corso della sessione del 9 maggio, durante la quale Gianni Cervellera del Comitato scientifico del Convegno ha sottolineato due termini fondamentali: «collaborazione e responsabilità» che hanno animato la discussione. A moderare i lavori Tomas Chiaramonte, Enrico Bollero, presidente della Fondazione Samaritanus, ha evidenziato come «le scelte politiche di ieri e di oggi mortificano il welfare, soprattutto secondo i principi della sostenibilità», invitando la politica a mettersi in ascolto.


Adesso siamo anche suWhatsAppnon perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


Franco Massi, presidente di Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale), ha rimarcato l’importanza di un approccio integrato alla cura della persona, dichiarando che «occorre far riferimento al disegno complessivo della cura della persona, a partire dall’ospedale fino ai servizi domiciliari e semiresidenziali ».

Padre Virginio Bebber, presidente di Aris (Associazione religiosa Istituti socio-sanitari), ha parlato delle difficoltà che le strutture associate affrontano nel mantenere un equilibrio tra fedeltà al carisma e sostenibilità gestionale. Ha affermato che «oggi per molte strutture è difficile l’equilibrio tra fedeltà al carisma e sostenibilità gestionale. Viviamo una marginalità politica che rende difficile sostenere la nostra azione caritatevole e misericordiosa».

Carisma nella cura, un dono che manifesta l'interesse di Dio per l'uomo

Padre Luigi Gaetani, presidente della Conferenza Italiana Superiori Maggiori, ha chiarito il concetto di carisma come «un dono che rappresenta l’interesse di Dio per la nostra storia» e ha auspicato una comunione di carismi per manifestare sussidiarietà e complementarietà.


PER APPROFONDIRE: Diritto alla salute in Calabria, la garante Stanganelli: «La sanità non è un lusso»


Suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato SCV, intervenuta in collegamento video, ha discusso le sfide future legate ai valori della Castità, Povertà e Obbedienza. Ha spiegato che per affrontare queste sfide «è necessario riportare al centro la dignità inviolabile della persona e operare una trasformazione culturale basata sul “paradigma della cura” contro il “paradigma tecnocratico”».

Non si può relegare la salute a costi o tabelle remunerative

Giorgio Mion, professore associato di economia aziendale all’Università degli Studi di Verona, ha sottolineato la necessità di «riempire di significato la sostenibilità» e di superare le logiche amministrative e conservative che contrastano le capacità di innovazione delle opere carismatiche.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Franco Luigi Falorni, presidente della Fondazione Casa Cardinale Maffi onlus, ha parlato delle tre dimensioni umane fondamentali per entrare in relazione con le persone, affermando che «saper vivere, saper ascoltare e saper abbracciare sono essenziali. Le nostre esperienze - ha aggiunto contengono un invito esplicito alla santità grazie al servizio che svolgiamo a favore delle persone speciali. Ho sentito parlare di Innovazione ma la parola da coniugare per questo tempo è “rivoluzione”. Occuparsi del mio prossimo richiede tempo e il tempo ha un costo che va oltre le tabelle remunerative delle professionalità. Occorre lavorare utilizzando l’intelligenza collettiva che abita nelle nostre strutture. Mettere in atto un modello di servizio capace di generare carezze. Diventare “tende” e non fortini».

Articoli Correlati