Avvenire di Calabria

L'autore della missiva indirizzata al Governatore della Calabria è un operatore di una delle tante strutture psichiatriche del territorio di Reggio Calabria

Pazienti psichiatrici, lettera aperta al presidente Occhiuto

L'invito: «La politica compia azioni necessarie a evitare il declino di un settore da oltre sei anni penalizzato»

di Redazione web

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Pazienti psichiatrici e diritto alle cure, lettera aperta al presidente Occhiuto. «Sono un semplice operatore del sociale. Lavoro all’interno di una delle tante strutture psichiatriche del territorio di Reggio Calabria». Inizia così la lettera aperta di Giuseppe Foti indirizzata al Governatore della Regione Calabria.  

Una lettera, indirizzata «non solo al Presidente della Calabria, ma soprattutto all’uomo», in cui si ripropongono le tante questioni, ancora aperte, che interessano il settore delle strutture psichiatriche del reggino. Qui, «noi operatori svolgiamo quello che io definisco con orgoglio un “mandato sociale”», ricorda Foti nel riproporre come “maestro” Arnaldo Ballerini, noto psichiatra italiano.


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Venendo al “nocciolo della questione”, però, Foti pone l’accento su un problema, rispetto al quale poco fin qui si è fatto. Il blocco dei ricoveri e di conseguenza «il mancato diritto alla cura». A giudizio dell’operatore sanitario, circostanze che «vanno contro la convenzione sui diritti delle persone con disabilità».  

Foti, nella sua lettera aperta al presidente della Regione, la definisce «orribile, incostituzionale e nefanda decisione». Presa più di sei anni fa «da qualche burocrate senz’anima – aggiunge – conduce solo alla vicina chiusura di un intero comparto assistenziale che opera sul territorio da più di trent’anni». La conseguenza di ciò, ancora l’operatore dei servizi psichiatrici, è che «molte famiglie con a carico soggetti psichiatrici sono obbligate al ricovero dei propri congiunti lontano dagli affetti e dalla propria terra». Con tutte le conseguenze del caso.

Lettera aperta a Occhiuto, l'appello ad una politica "responsabile"

Foti, da anni impegnato, assieme ad altri colleghi, in queste battaglie con il Coolap (il Coordinamento dei lavoratori della psichiatria), ricorda il mancato accreditamento delle strutture. «Un’ingiustizia» afferma. E ritiene che «una politica che si rispetti debba farsi carico della situazione e dare risposte celermente e concretamente».

«Le responsabilità – continua Foti – sono molteplici e non attribuibili alla maggior parte degli operatori che, insieme al Coolap (coordinamento lavoratori psichiatria) di cui faccio parte attiva, hanno preso in mano la situazione cercando tutt’oggi di porvi rimedio».

«La psichiatria va sempre più verso altre forme evolute di riabilitazione nelle quali il concetto d’inclusione e di diritto sono cardine ed espressione di civiltà». A questo proposito, ancora le parole dell’operatore sociale nella sua lettera aperta al presidente della Regione Calabria, «desidererei che la nostra terra e la nostra gente più svantaggiata e fragile abbia il massimo della cura. Sono sicuro – ancora rivolgendosi ad Occhiuto – che Lei sia d’accordo con me. Per tale motivo è urgente fare i primi passi per dare ai servizi capacità di programmazione. Questo si può fare solo con gli accreditamenti delle strutture e prima ancora con lo sblocco immediato dei ricoveri».


PER APPROFONDIRE: Psichiatria al capolinea a Reggio Calabria? La denuncia del Coolap 


«L’agonia della psichiatria sociale deve cessare per dare risposte concrete al malessere delle persone, superabile solo con il radicamento dei servizi sul territorio». Questo per Foti, non è altro che «ridare un’anima a quella rivoluzione che Franco Basaglia ci ha consegnato con la legge 180». Ossia restituire dignità ed esistenza alle persone con disabilità psichiatrica.

La lettera aperta al presidente della Regione Calabria così si conclude: «Sono sicuro e speranzoso che lei non tarderà a rispondere a questa mia lettera dai contenuti umani e sociali, che rendo pubblica perché è forte il desiderio che arrivi alla Sua attenzione».

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