Avvenire di Calabria

Pubblichiamo l'appello degli attivisti di Gioia Tauro che richiedono maggiore attenzione alla salute pubblica

Piana, associazioni del territorio richiedono la revoca alla Iam

Redazione Web

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In data odierna è stato inviato un documento agli enti competenti, sottoscritto da varie associazioni e movimenti della piana di Gioia Tauro, per richiedere la revoca dell’autorizzazione alla società che gestisce l’impianto consortile di depurazione denominato IAM S.p.a., sito in contrada Lamia a Gioia Tauro. Firmatari del documento sono stati: l’associazione ambientale Iride di Gioia Tauro, il comitato 7 agosto di San Ferdinando, il comitato Quartiere fiume di Gioia Tauro, il Movimento 14 luglio di Nicotera, l’associazione Rinascita per… di Cinquefrondi, l’associazione Un’altra storia di Palmi e l’associazione Nicotera Nostra di Nicotera. La richiesta di revoca da parte nostra è scattata in seguito ai particolari inquietanti emersi dall’operazione Metauoros condotta dalla direzione distrettuale antimafia reggina, la quale ha documentato come “amministratori e gestori dell’impianto di depurazione gioiese, al fine di risparmiare sugli onerosi costi di smaltimento, si siano disfatti di ingenti quantitativi di rifiuti in maniera illecita, attraverso il conferimento di fanghi di depurazione, provenienti da impianti di tipo biologico ed industriale, per la produzione di compost per usi agronomici”. I sottoscritti hanno più volte segnalato una cattiva gestione dell’impianto di depurazione e sono di più i cittadini del quartiere fiume che da anni denunciavano e segnalavano alle competenti autorità gli odori molesti ( fino allo svenimento) ma anche un grande numero di patologie tumorali aumentate a dismisura negli ultimi anni tra i residenti della zona, oltre che nell’intero triangolo pianigiano che ospita oltre al più grande depuratore calabrese anche l’unico inceneritore di tutta la regione. Questa cattiva gestione presumibilmente avrà causato e continuerà a causare danni per la salute pubblica dei cittadini, su questo rimaniamo fiduciosi nell’operato della magistratura e degli enti pubblici deputati a questo genere di controlli che ormai non possono più trascurare di farli se non con l’accortezza e la meticolosità che si deve quando sono in gioco le vite degli esseri umani. Da anni denunciamo una pessima qualità della vita nel nostro territorio e del nostro mare ( dove la IAM scarica le acque depurate, in teoria) per fattori ambientali che vengono continuamente messi a dura prova da questi mega impianti e come la distrettuale antimafia ha accertato l’operazione Metauors che la gestione di questo impianto è “inquinato” dalle organizzazioni criminali ‘ndraghetiste. Anche solo l’essere sottoposto alle indagini per un grave reato quale il traffico illecito di rifiuti che viene contestato agli amministratori della società che gestisce il depuratore consortile IAM- a nostro parere – rende incompatibile la continuazione della gestione da parte di coloro che rappresentano la gestione societaria. Per tali e tanti ovvi motivi abbiamo richiesto soprattutto alla Regione Calabria (ente competente a rilasciare e revocare l’AIA) questo provvedimento inibitorio affinchè si possa sopperire a questi problemi gestionali e magari che in un futuro molto immediato venga affidata la gestione a società che possono garantire maggiore trasparenza, un corretto ed efficace funzionamento in maniera lineare con i principi dettati dalle normative a salvaguardia della salute umana e dell’ambiente in generale.

Associazione ambientale Iride di Gioia Tauro

Comitato 7 agosto di San Ferdinando

Comitato Quartiere fiume di Gioia Tauro

Movimento 14 luglio di Nicotera

Associazione Rinascita per… di Cinquefrondi

Associazione Un’altra storia di Palmi

Associazione Nicotera Nostra di Nicotera

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