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Cosa c’è sotto Piazza De Nava? Da dietro le recinzione del cantiere da qualche giorno allestito – che nulla lascia intravedere all’occhio curioso del passante – sono in molti a porsi questa domanda. Intanto, sulla storica piazza del centro storico di Reggio Calabria, rimane più che mai acceso il dibattito su favorevoli e contrari a questo tipo di intervento che ne ridisegnerà il volto.
Nel bel mezzo del dibattito tra favorevoli e contrari ai lavori di riqualificazione della storica piazza del centro storico di Reggio Calabria – almeno secondo l’attuale progetto –, sono stati avviati i lavori di Piazza De Nava.
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Proprio in questi giorni operai e tecnici hanno finito di delimitare l’area di cantiere, installando una recinzione che poco spazio offre alla vista dei passanti. La curiosità, tuttavia, è tanta. Non fosse altro per la grande attenzione mediatica che questo tipo di intervento ha attirato su di sé, per diversi motivi. A partire dalla possibilità che, durante gli interventi di scavo e sbancamento previsti, possa emergere qualche testimonianza dell’antica città, come per altro avvenuto, recentemente, in altre zone del centro reggino. Il caso di Piazza Garibaldi ne è la riprova.
Inoltre, non mancano i detrattori del progetto che preferirebbero preservare il sito così com’è attualmente, migliorandone il decoro. Molte associazioni culturali della città si sono riunite in comitato a “difesa” dello storico sito.
In tutto questo, i lavori di Piazza De Nava relativi al progetto di “Restauro e riqualificazione per l'integrazione tra il Museo Archeologico Nazionale ed il contesto urbano” sono nel frattempo partiti. Il progetto, finanziato dal Ministero della Cultura e diretto dal Segretariato Regionale per la Calabria, la cui procedura amministrativa è interamente consultabile sul sito di Invitalia, ha come fine quello di creare una sorta di tutt’uno tra l’attuale contesto urbano e Palazzo Piacentini, sede del Museo Archeologico.
Il Segretariato regionale per la Calabria del Ministero della Cultura ha illustrato i primi step dell’intervento. Lo ha fatto ufficialmente, in questo weekend, attraverso una nota ufficiale. Quasi a voler spegnere il fuoco delle polemiche e, soprattutto, fare chiarezza sull’affioramento di alcune antiche strutture, fino ad oggi coperte da basolato e asfalto.
Dopo il posizionamento della recinzione di cantiere, che delimita la porzione della piazza dove sono stati effettuati gli interventi iniziali, si è proceduto con la scarifica e l’asportazione del manto stradale del tratto di Corso Garibaldi davanti al museo per raggiungere le quote di progetto e verificare la presenza del basolato storico.
Cosa, dunque, è emerso da questo primo intervento? Spiega ancora il Segretariato del Mic: «Al di sotto dell’asfalto sono affiorati alcuni sottoservizi e i resti di due ambienti, relativi ad una struttura otto-novecentesca già distrutta e rasata nella fase di ricostruzione edilizia di Reggio Calabria dopo il catastrofico terremoto/maremoto del 1908».
Il pavimento, composto da mattonelle in terracotta e le murature sopravvissute, ancora il segretariato del ministero, «sono state rilevate, documentate e come da prassi al fine di garantirne la tutela, sono state ricoperte con geotessuto e terreno di risulta».
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Il rinvenimento effettuato con l’assistenza scientifica della Soprintendenza e degli archeologi incaricati dall’impresa appaltatrice, ancora il chiarimento, «non pregiudica la continuazione dei lavori che proseguono nella Piazza dove nei prossimi giorni si realizzeranno gli allacci di impianti e scarichi».
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Lo spettacolo è prodotto da Calabria dietro le quinte, in collaborazione con la compagnia Blu
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