Avvenire di Calabria

Da Mare Nostrum a Mare Plasticum: il Mediterraneo rischia di annaspare per colpa dell'inquinamento umano

Plastiche e microplastiche in mare, il monitoraggio delle acque del Mediterraneo

Le coste italiane, assieme a quelle della Turchia e dell'Egitto, sono quelle più esposte all'invasione di plastiche e microplastiche

di Redazione Web

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Da Mare Nostrum a Mare Plasticum: il Mediterraneo rischia di annaspare per colpa dell'inquinamento umano. Le coste italiane, assieme a quelle della Turchia e dell'Egitto, sono quelle più esposte all'invasione di plastiche e microplastiche.

Il Mediterraneo asserragliato da plastiche e microplastiche, oggi la Giornata internazionale di monitoraggio

L’inquinamento dell’acqua è un problema sempre più allarmante che minaccia l’ambiente, la salute delle persone e degli altri esseri viventi. Per questo oggi (e ogni 18 settembre) si celebra la Giornata mondiale del monitoraggio delle acque, istituita per sensibilizzare le persone riguardo l’inquinamento idrico e incentivare iniziative di analisi.


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Il monitoraggio è un’operazione fondamentale per raccogliere informazioni riguardo le condizioni dei corsi d’acqua, dei laghi, delle acque costiere. Il World Water Monitoring Day, istituito nel 2003 dalla Fondazione americana per l’acqua pulita, ricorre oggi, ogni anno, per ricordare l’importanza che riveste l’oro blu. Si tratta di un invito a intraprendere iniziative per la tutela della quantità dell’acqua (come il monitoraggio della quantità destinata al consumo umano, grazie a strumenti di misura precisi e affidabili).

La situazione nel mar Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo è un immenso tesoro di biodiversità e al tempo stesso uno degli ambienti più minacciati al mondo. È vittima di uno dei più grandi disastri causati dall'uomo: l'inquinamento da plastica

Secondo il report “The Mediterranean: Mare Plasticum” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel bacino mediterraneo si trova oltre un milione di tonnellate di plastica. Ogni anno, circa 230.000 tonnellate di rifiuti plastici raggiungono le acque del mare. La percentuale maggiore (94%) è costituita da macroplastiche, mentre le microplastiche – frammenti più piccoli di 5 mm – rappresentano il 6%.


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Macro e microplastiche arrivano in mare sia dalle coste sia dalle località che non affacciano sul mare, attraverso il trasporto dei fiumi. Le microplastiche primarie entrano nell’ambiente già sotto forma di piccole particelle. Queste derivano dal consumo di pneumatici (53%), dal lavaggio dei tessuti (33%), dai cosmetici (12%) e dalla produzione e trasporto di pellet di plastica (2%).

Le coste più inquinate

L’Egitto, l’Italia e la Turchia sono i Paesi che contribuiscono di più all’inquinamento da plastica del Mar Mediterraneo. Insieme sono responsabili della dispersione di circa il 50% dei rifiuti plastici che finiscono in mare (132.000 tonnellate/anno).

Se consideriamo solo le microplastiche, il nostro Paese si colloca in cima alla classifica con 3.413 tonnellate/anno di particelle rilasciate in mare.

La situazione appare ancora più preoccupante guardando al dettaglio delle città più inquinanti del bacino mediterraneo: tra le prime 10, ben 5 sono italiane (Roma, che detiene il primato, Milano, Torino, Palermo e Genova).


PER APPROFONDIRE: Plastic Free, volontari e detenuti insieme per una Reggio Calabria più pulita


Quali risvolti?

La plastica presente nel Mediterraneo è un pericolo per l’ecosistema marino ma anche per la salute umana. L’inquinamento da plastica perciò è una questione che riguarda tutti. Per questo occorrono non solo azioni politiche ma anche una sensibilizzazione collettiva per la riduzione dei rifiuti di plastica. 

La plastica marina ha un impatto di tipo ecologico, economico e sociale. L’impatto ecologico riguarda le conseguenze su animali e piante marini, che possono ingerirla e quindi accumulare nei propri tessuti organici le sostanze nocive presenti nelle plastiche. L’impatto economico invece si riferisce alla perdita di valore dell’ambiente marino, che ha un importante ruolo paesaggistico e turistico. 

Inoltre le plastiche possono causare danni alle attrezzature da pesca e compromettere la qualità delle acque con effetti negativi per la pesca. Infine, l’impatto sociale riguarda la perdita di valore estetico dell’ambiente.

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