Avvenire di Calabria

Con un nuovo emendamento, il Governo ha dirottato sull'opera oltre 1,6 miliardi destinati a Calabria e Sicilia

Ponte sullo Stretto, rimodulati i fondi: ecco come “risparmia” lo Stato

Non mancano dubbi e preoccupazioni: che fine faranno gli interventi già previsti con quelle somme?

di Redazione Web

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Tra i quattro emendamenti alla Manovra finanziaria, annunciati dal Governo, uno riguarda il Ponte sullo Stretto. In particolare i fondi per finanziare la mega opera. Su un totale di circa 11,6 miliardi fino al 2032 (data indicata dal ministro Salvini come fine lavori), lo Stato risparmierà 2,3 miliardi di euro.

In particolare, le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di Sviluppo e coesione: 718 milioni (70 milioni di euro per l'anno 2024) dalla quota del fondo destinate alle amministrazioni centrali e 1,6 miliari dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia.


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Una "manovra" nella Manovra finanziaria che qualcuno non ha mancato di definire un vero e proprio «scippo» nei confronti delle regioni che dovrebbero - secondo i piani di questo governo - venire collegate stabilmente grazie al Ponte. La rimodulazione delle risorse, infatti, esporrebbe i territori di Calabria e Sicilia ad alcune incognite legate alla realizzazione di altri interventi fondamentali per lo sviluppo infrastrutturale e sociale delle due regioni.

Queste somme, ora destinate al Ponte, verrebbero infatti vincolate almeno fino al 2029. Inoltre, l'altro dubbio, ci si chiede cosa succederebbe in caso in cui l'opera non si realizzasse?


PER APPROFONDIRE: Ponte sullo Stretto, i dubbi della Corte dei conti e le conferme del Governo


A sollevarsi le opposizioni, perplessità vengono espresse anche in Calabria. «Il governo torna a mettere le mani direttamente nelle tasche dei cittadini calabresi andando a diminuire fondi già stanziati per la Calabria e per la Sicilia. Fondi che rappresentavano una boccata di ossigeno per realizzare opere basilari per i territori che versano ancora in grado di profonda arretratezza rispetto al resto del Paese, anche per quel che riguarda infrastrutture e trasporti». È quanto afferma il capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua che parla di «scippo da 1,6 miliardi per Calabria e Sicilia».

Critica anche la Filt Cgil che conferma «i molti dubbi» già espressi attorno «al tanto osannato ponte» e alla possibilità, annunciata, che il Governo finanziasse «nalmente tutte quelle opere infrastrutturali, viarie e ferroviarie, necessarie a collegare in modo dignitoso due regioni come Calabria e Sicilia, che pagano un'arretratezza lunga decenni da questo punto di vista».

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