
Una firma che vale carità speranza e accoglienza
È partita la nuova campagna dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che racconta una Chiesa sempre più
Il Reddito di Cittadinanza a Reggio Calabria sta producendo un effetto contrario. Ai numeri, annunciati in pompa magna dall’Inps regionale, delle 33mila domande accettate, si contrappone un’analisi della realtà che evidenzia come, tantissimi dei percettori, del sussidio racimolano poche decine di euro mensili. Come si può contrastare la povertà con 40 o 60 euro al mese? Così le famiglie tornano a bussare alla porta di chi, negli anni, è stato ristoro. Come l’Emporio della Solidarietà della Caritas diocesana reggina–bovese che si trova nel quartiere collinare di Cannavò. Ad aprile di quest’anno, quando è stato introdotta la misura, le famiglie che usufruivano della card dell’Emporio erano 494. Un calo del 15%, spesso coinciso con tantissime persone che hanno “restituito” la card proprio in virtù del Reddito di Cittadinanza percepito.
Oggi, a fine ottobre del 2019, la situazione è diametralmente cambiata: non solo quel 15% di persone è tornato all’Emporio, ma sopratuttto sono aumentati i fruitori del servizio. Si tratta di tutte quelle persone che percepivano un sussidio inferiore ai 100 euro mensili e che hanno istruito la richiesta di rinuncia al Reddito di Cittadinanza. Un vero e proprio boomerang che sta aumentando la disparità nel nome dell’autocertificazione Isee. Ogni singolo caso, infatti, è valutato diversamente per via di una norma fortemente interpretabile e che sta profondamente deludendo le attese di quanti auspicavano nel cambiamento delle proprie condizioni di vita. C’è chi rimpiange il Rei o chi si chiede cosa deve fare per provare ad avere un lavoro. Un miraggio in queste latitudini.
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