Avvenire di Calabria

Paolo Costantino è un medico reggino di vecchia data, dirige il Pronto Soccorso del Gom di Reggio Calabria coordinando 27 medici che fronteggiano tutti i giorni le emergenze in arriva dal vasto territorio metropolitano

Reggio Calabria, il primario del Pronto Soccorso annuncia: «Tempi d’attesa? Saranno ridotti»

Tra le novità annunciate dal Dirigente medico anche l'apertura, ormai prossima, della radiologia da Pronto Soccorso che potrebbe diminuire radicalmente i tempi di attesa

di Federico Minniti

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Paolo Costantino è un medico reggino di vecchia data, dirige il Pronto Soccorso del Grande ospedale metropolitano (Gom) di Reggio Calabria coordinando 27 medici che fronteggiano tutti i giorni le emergenze in arriva dal vasto territorio metropolitano.

Pronto Soccorso, parla il primario del Gom di Reggio Calabria

Dalle sue parole emergono certamente chiavi di lettura diverse rispetto a un reparto che è una sorta di frangiflutti di tutto il nosocomio reggino. Ritorna la difficoltà cronica della Medicina del territorio, incapace di filtrare i casi, andando a saturare il reparto, ma anche un organico striminzito per affrontare i numeri monstre di un territorio da mezzo milione di abitanti.

La chiusura dei pronto soccorsi di tanti ospedali dell’hinterland sono un fardello difficile da gestire eppure, tra fatiche e qualche ritardo, il Pronto Soccorso del Gom prova a cavarsela. Qualche buona nuova, invece, arriva sotto il profilo dell’implementazione tecnologica.


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Insomma, un bilancio in chiaroscuro dove la pressione rischia di giocare brutti scherzi ai professionisti: «Abbiamo bene in mente - sottolinea Costantino - che il nostro dovere è anche quello di essere una mano tesa verso chi soffre, ma lavorare in costante emergenza delle volte non aiuta». Un’intervista franca e senza fronzoli, così siamo entrati nel reparto “più caldo” della sanità pubblica calabrese accompagnati dal suo primario.

Pronto Soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria: ci può fornire una panoramica sul flusso di lavoro che gestite annualmente?

Ogni anno il Pronto Soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria accetta circa settantamila pazienti, tra i quali ci sono tutte le urgenze ed emergenze che afferiscono non solo dalla città, ma anche dal territorio metropolitano.


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Come siete organizzati?

Il Pronto Soccorso è inserito dentro la struttura complessa coadiuvando la Medicina d’urgenza e l’Osservazione breve e intensiva (Obi). Pertanto, il reparto è costretto a gestire in prima persona tutte le urgenze sia mediche che chirurgiche, quest’ultime saranno poi gestite dai reparti di pertinenza che all’interno del Grande ospedale metropolitano. Per questo motivo, il Pronto Soccorso è obbligato a fare diagnosi e capire quali sono le terapie salvavita più importanti fino a giungere all’indirizzamento dei pazienti verso i reparti specialistici o laddove persistano criteri d’emergenza intervenire direttamente tramite la Medicina d’Urgenza e l’Obi.

Quali sono le maggiori criticità che vivete nel vostro operato quotidiano?

Le criticità sono legate, soprattutto, al sovraffollamento. Il Pronto Soccorso reggino, dovendo farsi carico di un territorio molto vasto, si trova a dover trattare un numero di pazienti in contemporanea molto elevato. Ciò comporta tempi d’attesa più lunghi creando, di conseguenza, uno stress emotivo importante a carico del personale in servizio. Il personale, inoltre, è presente in numero non sufficiente. Siamo costantemente sotto organico e questo non avviene per responsabilità della Direzione del Gom, la quale si impegna a fornire il personale, purtroppo è difficile trovare dei medici in un campo dove i rischi professionali
sono molto alti.

Come la medicina del territorio potrebbe aiutarvi per lavorare meglio?

Il nostro territorio non è in grado di fornire un grande aiuto. Anzi, tantissimi pazienti che potrebbero essere tranquillamente gestiti dalla Medicina del territorio convergono in Pronto Soccorso saturandolo. È chiaro che si tratta di problemi cronici, però non bisogna demordere: attivare una Medicina del territorio virtuosa è una delle strade principali per decongestionare il Pronto Soccorso dove dovrebbero arrivare solo i pazienti con patologie specialistiche.

Può indicarci quali sono i punti di forza del suo reparto?

Senza dubbio possiamo affermare che il Pronto Soccorso di Reggio Calabria è capace di dare un’ottima risposta a quelle che sono Paolo Costantino le patologie più gravi che, dati alla mano, vengono visitate in tempo rapidissimo. Per questo riusciamo, tantissime volte, a evitare che queste patologie gravi possano portare a conseguenze drammatiche. Tutto questo è possibile anche grazie a un altro punto di forza del Pronto Soccorso, cioè l’essere un reparto multidisciplinare. Medici, infermieri e operatori sanitari fanno sì che il nostro Pronto Soccorso sia in grado di trattare qualsivoglia patologia.


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Quali sono i passi in avanti fatti nell’ultimo periodo?

Sia dal punto logistico che tecnologico siamo all’avanguardia. Posso, inoltre, annunciare che a brevissimo sarà inaugurata la radiologia da Pronto Soccorso che avrà effetti enormi nella gestione dei casi. Potremo, finalmente, gestire le diagnosi accorciando di moltissimo i tempi d’attesa.

Medicina e umanità, per chi è in trincea non è semplice misurare la doppia dimensione. Ci può fornire la sua esperienza in tal senso?

La medicina si occupa di studiare e curare il corpo umano; certo, non possiamo dimenticare che ogni persona è unica e complessa che ha bisogno di essere curata anche psicologicamente. Pertanto medicina e umanità sono due componenti che si influenzano reciprocamente, ma che non sempre sono facili da bilanciare. È evidente che lavorando sotto pressione diventa difficile essere sempre lucidi sotto il profilo etico e umano. Ogni giorni ci si sforza di farlo, ma non sempre è possibile riuscirci. Il medico di Pronto Soccorso indirizza la propria attività a salvare la vita, questa è la sua missione e al Gom si lavora tutti in questa direzione.

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