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Pugilato in parrocchia, si parte nella diocesi di Crotone. Svolgerà una funzione sociale e pedagogica, per sperimentare nuove forme di socializzazione.
Il pugilato entra nelle parrocchie. Per svolgervi una funzione sociale e pedagogica, per sperimentare nuove forme di socializzazione.
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Un esperimento che prenderà il via domani a Crotone, nella parrocchia di San Paolo, nel popolare quartiere Tufolo-Bernabò, avamposto di un progetto varato dall'Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, la conferenza episcopale italiana con la quale la Federazione pugilistica italiana ha siglato un apposito protocollo d'intesa. Il progetto, denominato "Sport4Joy", coinvolgerà venti parrocchie di periferia di tutta Italia dove sperimentare nuove forme di socializzazione attraverso il gioco e la formazione.
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Due le linee di sviluppo: la formazione dei primi mediatori sportivi nelle parrocchie e l'attivazione di sinergie con gli organismi sportivi. L'obiettivo è creare rete nel territorio attraverso il ruolo educativo e sociale dello sport. Per il numero uno della Fpi, federazione pugilistica italiana, Flavio D'Ambrosi, "è un'opportunità concreta che ci permetterà di esaltare ancora di più la funzione sociale e pedagogica del pugilato. Gli avamposti sono il simbolo di quei valori che da sempre la Fpi cerca di trasmettere ai giovani". Pensiero condiviso dal direttore dell'Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, don Gionatan De Marco: "L'esperienza ha doppia valenza: riscoprire l'oratorio come centro di aggregazione ed accompagnare le parrocchie nella creazione di un più solido legame tra la comunità religiosa ed i ragazzi".
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