Avvenire di Calabria

L'iniziativa nata online durante il Covid vede coinvolta anche la realtà parrocchia di San Giuseppe in Melito Porto Salvo

Melito, ecco i “quadratini”: spazi di fraternità per i sofferenti

In tutto oltre duemila le persone coinvolte riunite oggi anche un’associazione e una fraternità che si dedicano alla preghiera e all'aiuto al prossimo

di Domenico Marino

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Ancora una volta il pregare insieme online, nella realtà parrocchiale di San Giuseppe in Melito di Porto Salvo, ha dato l'opportunità a quanti vivono da alcuni anni questo momento, di potersi conoscere e confrontarsi su un'altra esperienza significativa, quella dei «Quadratini».

Quadratini, un'esperienza nata durante il lockdown

Presente nel Web ormai da alcuni anni. Dove nasce questo appellativo - «Quadratini» - che per molti versi incuriosisce? Come in tutte le video call, sullo schermo del PC o del tablet utilizzato per connettersi, le persone si vedono dentro a piccole finestre virtuali, da qui il termine familiare di «Quadratini».


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Come per la Compieta online della parrocchia reggina di San Giuseppe in Melito Porto Salvo, anche la Messa dei Quadratini celebrata su Zoom, ha avuto inizio nel 2020 con l’inizio del lockdown, dando l'opportunità a quanti malati e persone che li assistevano e non potevano muoversi dalla propria abitazione, di partecipare quotidianamente a questo momento importante per la loro vita di fede.

La Messa, così vissuta e partecipata, è stata una novità assoluta: da casa c’è chi legge, chi canta, chi risponde e non solo, dopo la Messa si resta collegati e il dialogo che nasce è il permanere di Gesù Eucaristia per la profondità dei temi affrontati (sofferenza, dolore, dubbi, paure, rabbia a volte) e accade spesso un miracolo: misteriosamente si vede Cristo vincitore sul dolore e sulla morte, nel volto lieto e nelle parole cariche di esperienza di qualche ammalato terminale.

Ed è proprio Rosa Barile, Memores Domini e segretaria dell'Associazione «Quadratini&Carità», che unendosi al gruppo melitese, ha avuto modo di raccontare questa esperienza e di fare cogliere fino in fondo, quanto nato nel pieno del covid, come occasione per sostenere nella fede, quanti si trovavano in casa in situazioni di difficoltà per motivi di salute.

Oltre duemila "quadratini" d'amore

Dall’inizio a oggi, dalle poche persone che erano, i Quadratini sono diventati quasi 2000, e grazie all'intuizione di don Eugenio Nembrini, sacerdote bergamasco, che li segue passo passo in tutte le zone d'Italia e anche oltre i confini nazionali, oggi sono anche un’associazione e una fraternità, all’interno della quale, trovano posto le tante persone che a vario titolo, si uniscono a questo gruppo non solo per chiedere preghiere, ma anche per condividere nel dopo Messa e in un incontro mensile che prende il nome di «Amici a tavola», tutte le sofferenze come anche le gioie vissute.


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Continua a raccontare Rosa, come don Eugenio, ha cominciato ad andare a visitare gli ammalati più gravi e allettati per celebrare la Messa nelle loro case e da lì, collegare poi tutti gli altri su Zoom e aggiunge, come anche, tutti i Quadratini che possono muoversi, nonostante le varie situazioni di malattia, vanno in giro per l’Italia a far visita a quelli più gravi, non ultimo, come accaduto la Pasquetta dell’anno scorso che è stata trascorsa al don Orione di Pescara insieme a due «quadratine» ammalate di SLA.

Uniti...nel nome di Cristo

Una comunione virtuale che diventa reale e che unisce nel nome di Cristo. L’Associazione (https://www.quadratiniecarita.org/home-page), nasce un anno fa ed ha come scopo, quello di sostenere e aiutare le famiglie degli ammalati che hanno difficoltà economiche momentanee, a causa delle enormi spese per le cure, le lunghe degenze e per la necessità di avere assistenza non potendo al momento poter contare su aiuti diversi.

Il web come mezzo di comunione

Come è possibile leggere nel sito «in questi anni 160 amici sono stati accompagnati al compimento finale, testimoniando a tutti che il male e la morte non sono l’ultima parola e che è possibile affrontare “il grande passo” nella certezza di un Destino buono. La fraternità dei “quadratini” continua in Paradiso!». La testimonianza vissuta con Rosa, oltre a sottolineare la valenza dell’incontro con Cristo, come opportunità che dà senso e significato all’agire dell’uomo, partendo da quello che egli stesso vive, ha voluto sancire come il Web, da più parti visto nel dopo covid come qualcosa che non unisce – in quanto freddo e distaccato – può divenire nel caso delle persone ammalate, un mezzo di comunione non meramente virtuale, ma anche condivisione di una vita vissuta, di una Parola e di Pane spezzato.


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All’incontro hanno partecipato anche alcuni quadratini della nostra diocesi, che hanno avuto la possibilità di raccontare, quale è stato l’impatto e l’inizio con questa esperienza e come lo stesso ha dato e da tutt’oggi significato nel dare un senso alla sofferenza vissuta.

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