Avvenire di Calabria

Nel quartiere mancano adeguati spazi di aggregazione positiva, mentre si fortifica la «barriera invisibile» che divide il rione dal resto della città

Quale impegno per Arghillà? La lettera ai candidati sindaco

Redazione Web

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Arghillà è un rione della VII Circoscrizione di Reggio Calabria con circa 6.000 abitanti. Una striscia di 2 km divisa fra le villette colorate a Sud e i palazzoni delle case popolari a Nord. Qui, da decenni, si concentrano e si intrecciano gli effetti di una condizione profonda di disagio ed esclusione sociale che gettano pesanti conseguenze sul futuro dei più giovani. Parliamo di bambini e bambine che frequentano la scuola in maniera discontinua, ragazze già madri a 14/15 anni, prive di un’istruzione e di una formazione, ragazzi che si procurano da vivere con lavori irregolare. L’elevata concentrazione di povertà in un perimetro ristretto e le condizioni minime di vivibilità hanno pesanti conseguenze sulla vita delle ragazze e dei ragazzi ad Arghillà.

Nel quartiere mancano adeguati spazi di aggregazione positiva, mentre si fortifica la “barriera invisibile” che divide il rione dal resto della città, dovuta all’isolamento sociale e allo stigma radicato. Inoltre, pesa la difficoltà di accesso a istruzione e formazione soprattutto per le ragazze più grandi e la mancanza di dati aggiornati e disaggregati sulla dispersione scolastica relativa al quartiere e così come dei programmi utili al suo contrasto.

Queste disuguaglianze causano non solo una privazione di diritti nel presente, ma segnano negativamente le prospettive di tanti ragazzi e ragazze, determinando la trasmissione intergenerazionale della povertà e impedendo loro la realizzazione del proprio percorso di vita. «La dimensione limitata di Arghillà, la presenza di organizzazioni virtuose, di politiche e fondi dedicati oltre che gli esempi forniti dalla rinascita di altri quartieri con forti criticità sono tutti fattori che possono favorire un’azione che affronti in modo sostenuto e integrato le problematiche. Riteniamo che le imminenti elezioni siano un momento fondamentale per l’assunzione di impegni concreti e significativi, affinché si realizzi una reale trasformazione sociale che abbia per protagoniste soprattutto le giovani generazioni» afferma Eleonora Scrivo, Referente ActionAid per la Calabria.

ActionAid, in vista delle elezioni comunali ha infatti pubblicato alcune concrete raccomandazioni, monitorabili in un arco di tempo di massimo di 36 mesi e condivise con la popolazione locale, rivolte ai candidati e alle candidate sindaco. Fra le azioni ritenute necessarie rientra un censimento partecipativo della popolazione e di misurazione delle problematicità che essa vive, finalizzato anche all’individuazione di possibili alternative popolari e alla costruzione di un’identità positiva di Arghillà; la regolarizzazione e riqualificazione delle occupazioni abitative; l’attivazione dei presidi sanitari e la realizzazione del centro di prossimità (con annesso ambulatorio di medicina sociale) previsto dal PON Metro.

Inoltre, ActionAid raccomanda di riattivare nel rione i locali della scuola primaria e secondaria di primo grado, non solo per favorire il diritto fondamentale all’istruzione ma anche per garantire un presidio materiale e simbolico per la comunità; avviare programmi che diminuiscano la dispersione scolastica, catalizzare le politiche attive del lavoro previste dai programmi nazionali (Garanzia Giovani, Reddito di cittadinanza) e attuare un piano di trasporti pubblici che favorisca lo spostamento da/verso le altre zone di Reggio Calabria.

Le raccomandazioni sono state poste all’attenzione di tutti i candidati e le candidate a sindaco; otto di questi hanno dato un riscontro, sottoscrivendo le raccomandazioni: Klaus Davi, Giuseppe Falcomatà, Fabio Foti, Angela Marcianò, Saverio Pazzano, Fabio Putortì, Pino Siclari, Maria Laura Tortorella. Siamo ancora in attesa di una risposta da parte del candidato Antonino Minicuci. Voci da Arghillà

«No, non lavoro: non credo a queste cose. Al fatto che qualcuno ti assume perché sei bravo, dico; se conosci qualcuno che conta, forse può capitare. Ma io qui non conosco nessuno e allora mi arrangio come posso. Mi piacerebbe andare via, ma non so dove. Forse in Germania a fare il pizzaiolo. No, non so come si fa, ma posso impararlo se qualcuno me lo insegna. E con i soldi che guadagnerei potrei pensare a mia sorella, portarla via da qui. Mia madre invece, ormai, a lei chi la salva più» Antonino, 17 anni.

«Qualche volta ho pensato di andare al teatro, al cinema. Mi hanno raccontato che avete anche il multisala e no, non so nemmeno com’è fatto. Forse a più piani? Qualche volta ci penso, ma poi mi passa: ora sono incinta e non ho più tempo da perdere». Laura, 16 anni.

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