
Domani in edicola: Nel ricordo di Papa Francesco, il magistero e l’eredità di un pontificato storico. Torna in edicola Avvenire di Calabria
Domani, domenica 27 aprile, torna in edicola e in parrocchia Avvenire di Calabria con un
La quarta domenica di Quaresima è anche il segno che si è giunti alla metà del percorso verso la Pasqua
Il Vangelo della scorsa domenica inizia con la grande indignazione di farisei e scribi che, dopo essersi sentiti dire quanto sia difficile essere suoi discepoli, vedono Gesù mangiare e dialogare con pubblicani e peccatori che non vengono allontanati o redarguiti ma sono addirittura istruiti dalle parole del maestro.
L’uomo pensa che la “sua giustizia” sia la cosa più importante attorno alla quale tutto deve ruotare perdendosi la gioia per i tanti doni inaspettati che la vita ci fa; per convertirli alla Misericordia racconterà loro la parabola del padre misericordioso spiegando come Dio ami gli uomini non perché siano buoni e giusti ma perché sono suoi figli e ogni giorno ci viene riconsegnata la possibilità di ritornare con gioia tra le braccia del Padre.
- Il figlio minore che si allontana dal padre per prendersi la sua eredità e sperperarla in dissolutezze. È quello che succede quando scegliamo la via della libertà e del piacere per ottenere benefici immediati piuttosto che sacrificarci e scommettere sulle cose importanti, una sorta di gioco al ribasso in cui vinciamo facile ma perdiamo la stessa vita che vorremmo guadagnare.
- Il figlio maggiore che vive accanto al padre ma non lo considera tale e vive da schiavo perché non sa più vivere come figlio: a lui non interessa l’amore gratuito che riceve ogni giorno, lui vuole un capretto per fare festa con i suoi amici, con quelli che lui crede al suo livello o suoi simili. È quella logica del dovere, quel rigorismo fine a sé stesso, il fare con la pretesa di riceve che ci allontana dalla bellezza nascosta anche nelle imperfezioni di una vita combattuta e ferita.
Entrambi i figli guardano al padre come un oppressore esigente, quella stessa idea che spesso ci facciamo di Dio e la nostra religiosità diventa una serie di precetti da seguire, divieti, ordini, cose da fare per evitare la sua ira e le sue punizioni. Il figlio minore si salverà perché comprenderà che a volte è peggio vivere ostinati nella nostra giustizia che perdersi per ritrovare il senso di sé stessi e la propria dignità: l’umiltà nel riconoscerci fragili e bisognosi di Misericordia ci permette di ritornare a fare festa.
- C’è infine un padre che dirà che «bisognava», che è necessario fare festa, perché ci sono cose che hanno la priorità e cose che sono accessorie e contingenti. La vera urgenza non è il giudizio o la condanna e neppure il confronto tra chi è più o meno giusto: la cosa essenziale è che i figli possano ritornare a casa loro, alla gioia, al banchetto della festa del Signore in cui nessuno è escluso e nessuno deve rimanere fuori, mai!
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Dobbiamo certamente fuggire il peccato ma ancor di più quella durezza del cuore che non ci permette di convertirci rifiutando anche la gratuità che viene da Dio. Senza amore la nostra esistenza cade nell’oscurità: abbiamo bisogno di far festa insieme a quel Padre che col suo amore un po’ folle ci insegna a gioire e a guardare con Speranza al nostro futuro.
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Lo spettacolo è prodotto da Calabria dietro le quinte, in collaborazione con la compagnia Blu
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