Avvenire di Calabria

Il parco Ecolandia ha ospitato l'incontro regionale della Branca R/S Agesci della Calabria

La traccia degli scout: «Cambiare è possibile»

Oltre 250 scout si sono confrontati su lavoro, giovani, cittadinanza attiva e ambiente

di Luigi Arcudi

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Il Parco Ecolandia ha ospitato il raduno regionale della branca R/S Agesci calabrese. Una due giorni di testimonianza con personalità di varia estrazione. Al centro del confronto: lavoro, cittadinanza, ambiente e legalità. Tra gli invitati l'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova e presidente della Cec, monsignor Fortunato Morrone, la vicepresidente della Giunta regionale, Giusi Princi e il presidente della Corte d'Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis.

Il raduno della branca R/S Agesci della Calabria

La cornice è stata il Parco Ecolandia di Arghillà, ma sulla tela che impressionava il paesaggio mozzafiato dello Stretto c’erano anche i colori blu e azzurro di circa 250 uniformi scout dell’Agesci calabrese. Novizi, Rovers e Scolte di età compresa tra i 15 e i 21 anni che si sono incontrati, sabato 15 e domenica 16 ottobre, per confrontarsi e comunicare il loro impegno: «lasciare il mondo un po’ migliore » dopo un percorso durato un anno, lanciato dall’Agesci nazionale con lo slogan #benèpossibile.


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Gli altri colori della tela sono stati dati dai “Capitoli” dei Clan che si sono lasciati coinvolgere da una sfida nata su «strade di coraggio». Ogni Comunità ha dialogato con il proprio territorio provocando, denunciando e più spesso cambiando il volto a spazi del loro vivere quotidiano, ma anche dialogando con istituzioni e cittadini per coinvolgerli in una azione di cambiamento.

I temi del confronto: giovani, lavoro, cittadinanza e ambiente

Ecco dove hanno portato il loro sguardo i giovani dell’Agesci della Calabria durante il loro raduno ad Arghillà: il mondo del lavoro e la sua dinamicità nel conformarsi ai tempi; la realtà di giovani che si rifugiano nell’alcolismo; la conoscenza dei territori per affermare la propria identità.

Il censimento dei servizi, pubblici e privati, a cui i cittadini si rivolgono; la contrapposizione di opportunità che chiedono di sviluppare il proprio potenziale ma sono soggette alla mentalità mafiosa; la ricerca di un confronto con altre città europee sulle diverse culture e su come vivere le città; inchieste sul mondo giovanile per intercettarne le domande di senso; l’impegno a piantumare migliaia di alberi su territori percorsi da incendi; riscoperta di luoghi antichi e ricchi di storia ma oggi ricoperti di vegetazione; un viaggio dentro la medicina per comprenderne il progresso e capire quali i bisogni emergenti. E la pace, quella con la “P” maiuscola.

Gli Scout della Branca R/S di tutta la regione hanno percorso questa singolare fiera di impegni senza fatica. Ascoltare diversi temi e confrontarsi sulle diverse azioni ha reso il viaggio più affascinante e ricco di sorprese. Musica e canti, proposti dalla voce calda di Daniela Butera (già incaricata regionale Agesci alla branca R/S) e la sua band, hanno creato quel clima di festa di cui il Covid - 19 non è riuscito a cancellarne memoria. 

Le testimonianze di impegno e coraggio in Calabria

La giornata di domenica è iniziata con la Santa messa celebrata da don Massimo Nesci (assistente ecclesiastico regionale R/S) e don Angelo Battaglia (assistente ecclesiastico delle zone “Fata Morgana” e “Terra del Bergamotto”). Poi i laboratori con personaggi del nostro tempo a cui i giovani hanno rivolto le loro domande. Hanno guidato i laboratori la Giuseppina Princi, vicepresidente della Regione Calabria, Luciano Gerardis, presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, lo chef e imprenditore Filippo Cogliandro, l’ingegnere Basilio Vescio del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Capo scout e gli animatori del Progetto “Policoro” della Calabria giunti dalle diverse diocesi della regione.

Tante realtà diverse, l’una a pochi metri dall’altra, in quello spazio, il fortino di Arghillà, edificato per difendere i confini del nostro Paese, oggi simbolo di lotta alla rassegnazione, in grado di raccogliere e “armare” la speranza dei giovani presenti. Nel passare i rassegna i laboratori, ciò che si è colto, significative storie di uomini e donne che hanno saputo trasmettere un messaggio importante: «È possibile!».

Il vescovo Morrone al raduno degli scout Agesci della Calabria

Gli incaricati regionali alla branca R/S Nicola Ielo e Caterina Bettiga e l’assistente don Massimo Nesci hanno, poi, consegnato ai ragazzi una frase che è, allo stesso tempo, sintesi e orizzonte futuro di questo evento: «Noi protagonisti di cambiamento… comunità di donne e di uomini capaci di vedere il bello, buono e giusto».

Ma bisognava illuminare questa esperienza con una parola vera e duratura, che venisse da lontano ma che avrebbe potuto intercettare anche il futuro. Ed ecco la “parola” dell’arcivescovo di Reggio Calabria Bova, monsignor Fortunato Morrone.


PER APPROFONDIRE: L’Emmaus dell’Agesci, padre del Riccio: «La Parola sia al centro della proposta Scout»


Il presule, a conclusione dell’evento, ha incoraggiato a perseguire i sogni con queste parole: «Se il vostro sogno aleggia sull’universo, da qualsiasi parte andrete, non troverà mai una pista per atterrare. Se invece cominciate, fin da adesso, a dire tocca a me fare qualcosa di bello, di buono, di vero, di giusto, contagiare e far diventare il sogno di uno il sogno di tanti, allora i vostri sogni non solo toccheranno il suolo, ma metteranno anche radici».

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