Avvenire di Calabria

Rapporti con le mafie e neo-colonialismo. Troppe zone grigie

Dall'articolo del cardinal Ravasi, che riteneva possibile il "dialogo", alla situazione tipica calabrese dove le commistioni con la 'ndrangheta spuntano in diverse inchieste

Ennio Stamile

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Un tema che sembra essere diventato di moda nel corso di questi ultimi anni, è quello dei rapporti tra Chiesa e Massoneria. A riaccendere il dibattito ha contribuito e non poco l’articolo apparso il 14 febbraio del 2016 su Il Sole–24Ore a firma del Cardinal Ravasi. Egli, pur mostrando di conoscere, com’è ovvio, i molteplici pronunciamenti del Magistero al riguardo a partire dalla Lettera apostolica In eminenti apostolatus specula, mediante la quale papa Clemente XII (1738) scomunicò i “grembiulini”, confermata circa un secolo più tardi dall’enciclica Humanum Genus, di Leone XIII (1834) che condannò il relativismo e la massoneria; il can. 2335 del Codice di Diritto Canonico del 1917, che ribadiva il provvedimento fatto proprio anche dal can. 1374 del nuovo Codice, del 1983; così come la Declaratio de associationibus massonicis, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983, per ribadire il divieto di appartenere alle logge; due documenti elaborati dalle Conferenze episcopali, quella tedesca tedesca nel 1980 e quella filippina nel 2003, che confermano quanto da secoli è stato normato; nonostante tali pronunciamenti il cardinal Ravasi ritiene possibile “il dialogo”, soprattutto su quei temi “umanitari” come «la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana, la conoscenza reciproca», che considera “temi comuni”, invitando a «superare» l’opposizione di quelli che bolla come «ambienti integralistici cattolici». Sarà bene precisare, che anche se secondo Ravasi «bisogna andar oltre ostilità, oltraggi, pregiudizi reciproci, perché rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze», tali “differenze” permangono «in modo netto».

Sono documentabili, ad esempio, le posizioni della stessa Massoneria a proposito dell’eutanasia anche per i minori, delle “nozze” gay con adozione e delle rivendicazioni Lgbt più in generale, della contraccezione, della fecondazione assistita, dell’aborto, della cosiddetta “pianificazione familiare”, tanto per citarne alcune. Nella “laica” Francia, si sono registrati diversi “scontri”, soprattutto durante la presidenza di François Hollande.

Ma al di là di ciò che è avvenuto in Francia è anche il ruolo assunto dalla Massoneria in ambito internazionale a far problema, perché ha come obbiettivo primario quello di diffondere relativismo, immanentismo e laicismo. Personalmente, penso abbia ragione Mauro Favenzani quando scrive, mostrando le influenze dirette della Massoneria in molti Stati africani, che tutto ciò è segno tangibile di «un neocolonialismo occulto ed esoterico». Certo, per carità, la Chiesa deve, per sua stessa natura, dialogare con tutti, ci mancherebbe altro. Ma dialogo non comporta rinunciare, tanto per rincorrere una moda assai in voga oggi, ai propri valori e principi che traducono nei fatti e non teoricamente il proprio Credo. In Calabria, il dialogo diventa assai più complicato soprattutto perché quasi ad ogni inchiesta delle Magistratura emergono rapporti tra massoneria e ‘ndrangheta. Su questo anche l’ex Gran Maestro Di Bernardo si è più volte soffermato. Il processo ‘ndrangheta Stragista, sul punto, sono certo ci dirà molto di più.

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