Avvenire di Calabria

Le religiose lasciano la diocesi reggina-bovese dopo 71 anni di presenza

Reggio Calabria, il grato «arrivederci» alle suore Giuseppine

La celebrazione di commiato lo scorso 15 ottobre in Cattedrale

di Antonia Cogliandro

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Riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita attraverso i volti che ci accompagnano e che sono i sono i segni della sua vicinanza, del suo amore, della sua amicizia». E per questo essergli grati, perché «il dire grazie è il primo atteggiamento di fede». I volti sono quelli delle suore Figlie di san Giuseppe di Rivalba, per tutti le suore giuseppine: suor Angela, la madre superiora, suor Idalberta e suor Stellanna, alle quali l’arcivescovo Morrone ha indirizzato queste parole di ringraziamento per la missione svolta nei 71 anni della loro presenza in diocesi durante la celebrazione di commiato svoltasi lo scorso 15 ottobre in Cattedrale.


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Suore giuseppine, Morrone: «Testimoni della fraternità»

E ha aggiunto: «dire grazie a loro significa riconoscere che la loro vita votata al Signore è stata generativa, ha lasciato una traccia di bene in tutti coloro che hanno incontrato». «Nel piccolo della loro vita si è espresso il grande dell’amore di Dio, una presenza di grazia che spesso «facciamo fatica a cogliere». «È la vostra presenza femminile che rende bella la nostra Chiesa, quando il vostro essere donne consacrate è il riflesso del volto materno, della cura, della tenerezza, della misericordia di Dio e dunque per noi della fraternità fra noi. Voi ci anticipate escatologicamente con i vostri voti che è possibile vivere una esistenza di fraternità, dove nessuno è escluso».

Suore giuseppine, monsignor Polimeni: «Presenza silenziosa e orante»

Dietro i loro volti ci sono anche quelli di tutte coloro che le hanno precedute, volti e nomi ancora vivi nel ricordo di tutti: è un grazie commosso e corale espresso anche nella presenza silenziosa e orante delle tante consacrate e dei numerosi fedeli che hanno voluto partecipare a questa celebrazione del loro congedo dalla diocesi. È monsignor Gianni Polimeni che, come parroco emerito della Cattedrale, ha avuto con le suore «dirimpettaie» un contatto quotidiano durato per ben 36 anni, a rivolgere a nome di tutti i sacerdoti un commosso ringraziamento delineando il tratto distintivo della loro presenza di grazia in quel dono dell’amore all’eucaristia, che è il loro carisma, ma «soprattutto perché hanno amato i sacerdoti. E hanno amato la Cattedrale, in cui hanno svolto quel servizio così discreto e così umile dell’aiuto e della cura nelle celebrazioni. Grazie per il bene che ci avete voluto, per il bene che avete fatto alla nostra diocesi, e che continuerete a fare, al di là di questo momento che lascia nel nostro cuore una piccola traccia di sofferenza».

Suore giuseppine, la superiora: «Porteremo Reggio Calabria nel cuore»

Ad esprimere un profondo sentimento di gratitudine è infine il saluto della madre superiora suor Angela: «Il nostro grazie va a tutti i sacerdoti, religiosi, diaconi, seminaristi, e a tutte le persone che per vari motivi hanno frequentato la nostra casa e hanno dimostrato nei nostri riguardi amicizia, fiducia, stima e affetto. Un grazie alla segretaria dell’Usmi diocesano suor Teresa, e a tutte le comunità religiose. Vi porteremo nel cuore là dove saremo inviate a far conoscere l’adorazione e l’amore verso Gesù eucaristia svolgendo lo specifico carisma della congregazione».

Suore giuseppine, chi sono

Le Figlie di San Giuseppe di Rivalba sono state fondate nel 1875: quattro giovani raccolsero il carisma di don Clemente Marchisio e aprirono la Congregazione. Più tardi, altre si sarebbero unite a loro, come Rosalia Sismonda che ha avuto un ruolo molto importante nella fondazione. Offriranno alla nascente comunità grande capacità di ascolto alla Parola di Dio, docilità agli appelli del Fondatore, alle necessità della comunità e di ogni sorella, orientandole all’incontro con Gesù, ai piedi del Tabernacolo.


PER APPROFONDIRE: Reggio – Bova, oggi in Cattedrale il saluto e il grazie della diocesi alle Figlie di San Giuseppe


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