Avvenire di Calabria

Oggi, 16 dicembre, l'aula magna del seminario arcivescovile "Pio XI" ha ospitato la presentazione del volume intitolato "Mater et magistra nostra"

Reggio Calabria, presentato il nuovo libro di monsignor Giacomo D’Anna

Accanto all'autore del libro erano presenti i vescovi Morrone e Mondello, oltre le massima autorità politiche del territorio di Reggio Calabria

di Federico Minniti

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Reggio Calabria, presentato il nuovo libro di monsignor Giacomo D'Anna. Oggi, 16 dicembre, l'aula magna del seminario arcivescovile "Pio XI" ha ospitato la presentazione del volume intitolato "Mater et magistra nostra". Accanto all'autore erano presenti i vescovi Morrone e Mondello, oltre le massima autorità politiche del territorio di Reggio Calabria.

Il nuovo libro di monsignor Giacomo D'Anna

Il libro dal titolo "Mater et magistra nostra", edito da Casa del Sole, è un'opera che raccoglie le “ordinarie” lezioni di Ecclesiologia di monsignor Giacomo D'Anna. A queste si uniscono le riflessioni del sacerdote regigno sulla Chiesa, “nostra madre e maestra”. Il libro è dedicato a monsignor Vittorio Luigi Mondello, arcivescovo emerito di Reggio Calabria - Bova, di cui monsignor Giacomo D'Anna è stato segretario personale.

La presentazione del volume è stata affidata monsignor Cesare Di Pietro, vescovo ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. Il libro propone «un affascinante itinerario di conoscenza del mistero della Chiesa, - scrive monsignor Di Pietro - la comunità dei discepoli di Cristo così intimamente uniti a Lui da costituirne la presenza viva ed efficace nel tempo e nello spazio». E ancora: «La lettura di questo libro potrà risultare utile e arricchente non soltanto ai neofiti che si accostano con stupore al mistero della Chiesa, ma anche a quanti desiderano ravvivare il senso della loro appartenenza alla Comunità ecclesiale, il cosiddetto sensus ecclesiae, spesso offuscato da una coltre di opacità o di tiepidezza».

Le parole dell'autore

Visibilmente emozionato l'autore, monsignor Giacomo D'Anna: «Il primo ringraziamento va a monsignor Fortunato Morrone per aver accolto il nostro invito e per quanto sta facendo lungo la strada tracciata dal Sinodo». «E poi a quanti in questi anni mi hanno insegnato, nei fatti, cosa vuol dire essere Chiesa» ha sottolineato monsignor D'Anna, «questo libro, quindi, è il frutto di un cammino comunitario». Nel suo intervento monsignor Giacomo D'Anna ha voluto ricordare l'accompagnamento ricevuto da monsignor Vittorio Mondello e Franca Sesti.


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L'apertura dei lavori è stato affidata a don Tonino Sgrò, direttore dell'Istituto teologico "Pio XI", e Annarita Ferrato, direttrice dell'Istituto superiore di Scienze religiose "Monsignor Vincenzo Zoccali". Don Sgrò ha detto che «le opere accademiche di don Giacomo traggono ispirazione dal suo impegno pastorale. Un carattere prolifico, vulcanico, senza mai arretrare di un centimetro». Sulla stessa linea anche l'intervento della professoressa Ferrato: «Monsignor D'Anna si è specializzato in Ecclesiologia dogmatica a Roma. Giornalista, è autori di diversi libri. Il primo nel 2004, poi una serie di testi dedicati all'Apostolo Paolo. Nel 2019, poi, ha raccontato la sua esperienza da Cappellano della Casa circondariale di Reggio Calabria».

A seguire sono intervenuti Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria, e di Carmelo Versace, vicesindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria. Nel dettaglio, Brunetti - nel portare i saluti dell'Amministrazione comunale - ha spiegato come «don Giacomo accompagna la nostra vita politica da 22 anni. È un amico che ci ha incoraggiato, una guida che ci ha indirizzato sulla retta via». Alle sue parole si sono aggiunte quelle di Carmelo Versace, vicesindaco metropolitano: «Sono particolarmente emozionato perché posso raccontare l'esperienza pastorale accanto a don Giacomo durante la mia esperienza circoscrizionale. Una responsabilità che è cresciuta a dismisura e che mi fa sentire ancor di più le parole del mio parroco che ha richiamato la nostra attenzione verso gli ultimi».


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La conferenza di monsignor Mondello

Il momento centrale della presentazione del libro presso l'aula magna del seminario arcivescovile "Pio XI" è stata la conferenza di monsignor Vittorio Luigi Mondello sul tema "Il sensus fidei del popolo di Dio per un cammino di vera sinodalità". L'arcivescovo emerito di Reggio Calabria - Bova ha esordito dicendo che «questo non è un libro di ecclesiologia, ma un commento al Concilio Vaticano II. È evidente, quindi, che non si può fare ecclesiologia senza non conoscere la Lumen Gentium. La spiegazione fatta da monsignor D'Anna è semplice, con un'applicazione pastorale per come mettere in pratica questa costituzione dogmatica. Si tratta di una novità assoluta».

Il valore sinodale della Chiesa

Ha proseguito il pastore che ha guidato la Chiesa reggina dal 1990 al 2013: «Siamo in pieno sinodo. Vale la pena sottolineare come la Chiesa è sinodale sin dalla sua nascita; l'insistenza del Papa vuole interessare tutti i membri della comunità cristiana perché sappiano che loro appartenenza solo formale, ma è piena, dimostrata con la vita. Mi sono chiesto: sarà utile questo Sinodo? Cambierà qualcosa nella nostra vita cristiana? Probabilmente no. Sono un po' scettico. Sapete, anche in diocesi ne abbiamo fatto uno, ma dopo la fine dei lavori, realizzati i quattro libri finali, non è più sentito parlare. Ricordo, però, ancora il commento che fece all'epoca padre Bartolomeo Sorge: "Non ho mai letto un documento così bello"».

L'analisi della Lumen Gentium

«Per rinnovare la Chiesa, in realtà, basta fermarsi al primo passo della Lumen Gentium. "La Chiesa è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell'intima comunione degli uomini con Dio e degli uomini tra di loro". Se posso dirlo: questa è una bomba atomica» ha detto Mondello «non esiste solo la Chiesa visibile, umana, ma anche quella divina. Noi non diciamo "Padre mio che se nei cieli", ma "Padre nostro"».

Il presule siciliano, ma ormai reggino d'adozione, ha concluso il suo intervento spiegando come «tutti abbiamo identica dignità: vescovi e laici. Il battesimo ci fa un popolo solo, una comunità di fratelli. Dov'è la Chiesa quando due cristiani si odiano o non si parlano tra loro? "Dio non ha voluto salvare gli uomini individualmente, ma si è scelto un popolo". Senza comunità, noi non siamo veramente Chiesa. Aggiungo: non ci può essere un sacerdozio ministeriale senza un sacerdozio comune, cioè quello battesimale». Poi un appello: «Smettiamola di fare solo chiacchiere in questo Sinodo, ma mettiamo al centro le comunità, gli ultimi».

L'intervento conclusivo del vescovo Morrone

A tirare le fila della serata è stato monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita e presidente della Conferenza episcopale calabra: «Non c'è accademia qui, ma vita vissuta. Un approfondimento che è in linea con le parole del Papa. Basta pensare alla "Fratelli tutti" che è pensato anche per chi è fuori dal "noi ecclesiale"».

«Nessuno viene salvato singolarmente: questa ha una valenza politica. Qual è la nostra incidenza del nostro credere che saremo salvati insieme nella città degli uomini? Noi dove siamo? Chi pensa, anche all'interno della Chiesa, di fare i propri interessi è fuori dalla comunione ecclesiale. Questo territorio ci appartiene, non esiste un "affar mio" che però stride col nostro battesimo» ha aggiunto Morrone. Infine, il presule ha detto: «È impensabile che come popolo di Dio "dimentichiamo" chi ci ha preceduto pur avendo uno sguardo proiettato al futuro. Siamo chiamati a rispondere alla domanda: "Chiesa che dici di te stessa?". Questa sera è un'occasione per essere Chiesa in uscita, "casa tra le case"».

Dopo la fine dei lavori, don Nino Pangallo, rettore del seminario arcivescovile "Pio XI" di Reggio Calabria, ha ufficializzato la donazione di una statua di san Giuseppe alla comunità del seminario reggino da parte di monsignor Giacomo D'Anna in seguito benedetta dai due arcivescovi presenti.

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