Avvenire di Calabria

Il Centro diocesano “Migrantes” lancia anche quest’anno l'ormai tradizionale manifestazione culturale-folcloristica che si rinnova da decenni in riva allo Stretto

Reggio Calabria, tutto pronto per la festa dei popoli. Il messaggio: «Liberiamo la Pace»

Le diverse comunità etniche presenti nel reggino condivideranno ancora una volta preghiera, speranza e momenti di convivialità all’insegna della multiculturalità e del dialogo

di Gabriele Bentoglio

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Il Centro diocesano “Migrantes” lancia anche quest’anno la “Festa dei Popoli”. Si tratta di una manifestazione culturale-folcloristica che ormai vanta decenni di vita a Reggio Calabria, usufruendo di differenti aree della città, come piazza Duomo, via Marina, la villa comunale e, negli ultimi anni, piazza Mezzacapo, meglio conosciuta come piazza Sant’Agostino.

La fesa dei popoli, a Reggio Calabria si rinnova una tradizione

Quest’anno l’appuntamento con la Festa dei Popoli è fissato a domenica 12 maggio 2024: per tutta la giornata vi saranno dei gazebo in piazza, dove ogni gruppo etnico potrà esporre materiale divulgativo e prodotti tipici dei Paesi d’origine, in vista di offrire una migliore conoscenza di valori e tradizioni che arricchiscono anche il patrimonio culturale calabrese, nel quale si sono integrati gli immigrati. Poi, a partire dalle ore 16, si alterneranno alcune comunità etniche, che si esibiranno con musiche e balli del folclore popolare dei relativi Paesi d’origine.


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Ogni manifestazione ha la finalità di sollecitare l’attenzione e l’impegno di tutti a realizzare il tema dell’evento, sintetizzato nello slogan “Liberiamo la Pace”. In questo nostro tempo, infatti, la pace è come incatenata, fatta schiava delle armi, del potere e della violenza. Le comunità etniche, che rappresentano alcuni popoli presenti sul territorio di questa città, intendono esprimere con la musica, il canto e le danze il loro desiderio di liberare e regalare a tutti la pace: pace tra di noi; pace nelle nostre case e nelle nostre famiglie; pace in questa città e nella nazione italiana; pace nel mondo intero.

In modo particolare, auspicano la pace per le zone del mondo che oggi sono devastate dalla guerra: soprattutto per l’Ucraina, Israele e la Palestina, il Sudan, la Siria, i Paesi dell’America Latina e dell’Africa che da tanto tempo non riescono a vivere in pace.

Al centro l’accoglienza, l’impegno della Chiesa reggina e della società civile

Il Centro diocesano “Migrantes” agisce in sinergia con il Centro ascolto “Scalabrini”, la parrocchia Sant’Agostino e “Casa Farias”, con l’intenzione di promuovere un’iniziativa che sia segno positivo di accoglienza, condivisione e reciproco scambio della Chiesa reggina-bovese e della società civile verso le comunità immigrate presenti sul territorio, attraverso momenti di incontro, festa e celebrazione.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, la fotografia del Centro Scalabrini: «il bisogno è ancora donna»


Ormai da anni il coordinamento spetta ai missionari Scalabriniani, con la preziosa collaborazione di altri organismi ecclesiali, delle cooperative sociali “Demetra” e “Res Omnia” e di molti amici volontari, che svolgono la loro attività a servizio degli immigrati. Il Centro “Migrantes” coniuga l’assistenza e la promozione umana dei migranti, con attenzione particolare ai temi della formazione, dell’integrazione e dell’intercultura, sempre nel quadro generale della specifica sollecitudine pastorale.

Giornata del migrante e del rifugiato e il messaggio di papa Francesco

Sotto questo profilo, l’evento che si terrà domenica prossima richiama l’attenzione sul fenomeno migratorio attuale e sul progetto comune di costruire la pace, in linea con il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno, che ha come tema Dio cammina con il Suo popolo.


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Il Santo Padre lancia un invito a camminare insieme, in modo sinodale, «superando ogni ostacolo e minaccia, per raggiungere la vera patria». Per far questo occorre «riconoscere la presenza di Dio che cammina con il Suo popolo, assicurandogli guida e protezione ad ogni passo. Il volto del Signore, l’Emmanuele, il Dio con noi, lo ritroviamo in ogni migrante che bussa alla porta del nostro cuore e si offre all’incontro».

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