Avvenire di Calabria

Il sacerdote morto prematuramente nel 2011 si impegnò alla realizzazione della Chiesa di rito ortodosso

Reggio Calabria, una piazza ricorda padre Scordino

Cappellano (Commissione toponomastica): «L'iniziativa rientra nel lavoro di riscoperta di figure che si sono impegnate per il bene del prossimo e della città»

di Redazione Web

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La piazza antistante la Chiesa ortodossa di San Paolo dei Greci, da mercoledì scorso, porta il nome di padre Antonio Scordino. Sacerdote e archimandrita, scrittore di libri storici, patristici e catechistici, a lui è legata proprio la nascita della prima chiesa di rito ortodosso in riva allo Stretto, a distanza di molti secoli.

L’intitolazione è avvenuta nel corso di una sobria, ma significativa cerimonia, alla quale sono intervenuti, fra gli altri, il presidente della commissione toponomastica Domenico Cappellano, l’assessore ai lavori pubblici Rocco Albanese e padre Daniele Castrizio, protopresbitero ortodosso e parroco della chiesa di San Paolo dei Greci.


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Cappellano ha sottolineato l’importanza dell’intitolazione della piazza a padre Antonio Scordino. «Rientra - ha detto - nel piano di “ricostruzione” della memoria storica della città da consegnare alle future generazioni». Sulla figura del religioso, poi, lo ha ricordato come «cittadino illustre di Reggio Calabria che ha contribuito non solo a far nascere la parrocchia di rito ortodosso di San Paolo dei Greci, ma anche come studioso di fama nazionale è internazionale». «Il lavoro che stiamo facendo - ha detto il presidente della commissione toponomastica - ci sta aiutando a riscoprire molte figure di reggini che si sono spesi per la città e il prossimo». E padre Scordino, ha aggiunto l’assessore Albanese, «ha contribuito a dare lustro a Reggio in giro per l’Italia e per il mondo».

Il profilo di padre Antonio Scordino

Padre Antonio Scordino, ordinato sacerdote nel 1974 da monsignor Giovanni Ferro, ha ricoperto diversi incarichi nella diocesi regginabovese, in particolare al servizio dei giovani Scout Agesci di cui è stato assistente spirituale. Vicario arcivescovile di Calabria dell’Arcidiocesi ortodossa d’Italia del cui clero era entrato a far parte nel 2001, oltre ad aver contribuito alla nascita, è stato il primo rettore di San Paolo dei Greci.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo “chiama” i Greci di Calabria


Fino a quando la malattia, nel 2011, non lo ha strappato alla vita terrena all’età di 62. Esempio di ecumenismo e dialogo tra le Chiese di Oriente e Occidente, «la sua fede - ricorda padre Castrizio è stata grandiosa. Padre Nuccio, come lo chiamavamo, è riuscito a riportare dopo mille anni il culto ortodosso a Reggio». Castrizio ne ha ricordato proprio l’amore «per questa città, attraverso i suoi studi. Ma va ricordato - ha aggiunto - anche per la sua visione “aperta”, in cui tutti sono fratelli e partecipi dello stesso calice». 

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