Avvenire di Calabria

Sabina racconta le difficoltà che quotidianamente vive la mamma di una ragazza con disabilità molto gravi

Reggio, città dei diritti? «Solo se hai l’amico giusto»

Federico Minniti

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Ci accoglie a casa sua, Sabina, a pochi metri dal mare in una giornata d’ottobre dal sapore estivo. È appena tornata dal Centro diurno dove ha lasciato sua figlia Sasha. Ha lo sguardo fiero, seppur si intravede stanchezza e amarezza. Ha voglia di raccontare e raccontarsi: «I caregiver (cioè chi si prende cura di una persona con disabilità, ndr) calabresi sono doppiamente penalizzati rispetto al resto d’Italia».

Perché?
Quello che per tutti i disabili del Paese è un diritto, quì ci viene negato.

Si spieghi meglio.
L’elenco di problemi da affrontare quotidianamente è molto lungo, ma proverò a sintetizzarlo. Il primo grande ostacolo è rappresentato dall’assistenza socio–sanitaria per i nostri ragazzi che è stata sospesa a causa delle difficoltà finanziarie dell’Azienda sanitaria provinciale. A questo si aggiunge l’assenza di un’adeguato sostegno in classe che spesso non è garantito al pari dell’assistenza ausiliaria per aiutare i nostri figli nel vivere in modo dignitoso l’ambiente scolastico.

Però questi sono problemi generalizzati, specialmente al Sud. Quindi non è poi così «penalizzante» essere calabresi. Forse sarebbe meglio parlare di difficoltà meridionale?
Diciamo che la Calabria e Reggio, se possibile, sono ancora un gradino indietro. Parliamo di trasporto dei disabili: è garantito soltanto ai ragazzi in età scolare. Ed è un fatto sacrosanto da non contrapporre, però, al diritto di quanti hanno raggiunto la maggiore età. I nostri figli, compiuti 18 anni, diventano degli invisibili. E quando riescono ad ottenere qualcosa che gli spetta viene fatto passare come un favore a noi familiari.

Ma quindi un ragazzo disabile maggiorenne non ha diritto a un trasporto pubblico?
No. Il servizio non è erogato dal Comune, ma da privati che noi genitori dobbiamo pagare attraverso dei voucher che l’Amministrazione ci riconosce. Peccato che ancora aspettiamo i soldi del 2018...

E che spiegazioni vi sono state fornite?
Sono finiti i soldi, ci dicono. Ma la cosa aberrante è un’altra: Reggio Calabria è l’unica città d’Italia che chiede ai disabili maggiorenni di presentare l’Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente) di tutto il nucleo familiare e non quello «ristretto» come previsto da una norma approvata nel 2013.


Sta dicendo che il Comune disattende una Legge dello Stato?
Ci vanno ripetendo: «Abbiamo sempre fatto così». Eppure c’è una circolare dell’Inps che parla chiaro.

Che tipo di rapporto c’è col settore “Politiche sociali”?
Ottenere delle risposte concrete è impossibile. Siamo stanchi perché non abbiamo interlocutori e il problema non è il personale amministrativo che lavora alle pratiche. Gli assistenti sociali in forza al Comune sono pochi e sono costretti a espletare funzioni che non gli competono, tralasciando l’ascolto dei problemi del territorio.

Vi sentite soli?
Ci sentiamo emarginati, esclusi. E non è soltanto uno stato d’animo caratterizzato anche da alcune risacche di ignoranza che guardano alla disabilità come qualcosa da allontanare da sé. Parliamo di leggi inapplicate o applicate solo parzialmente.

Quali?
È stata approvata il “Dopo di Noi”: la legge prevede la creazione di centri residenziali cosa che a Reggio è ridotta al lumicino. Sa cosa comporta questo? Che noi caregiver non possiamo permetterci il lusso neanche di curarci. Ci sono genitori con patologie oncologiche che limitano le proprie visite mediche perché non hanno a chi affidare, seppur temporaneamente, il proprio caro per qualche notte. A tutti, invece, conviene far finta che le nostre famiglie non esistono.

C’è chi promuove, però, Reggio Calabria come la Città dell’inclusione?
Se hai qualche «santo in paradiso» forse sì. Però mi chiedo: perché i diritti di tutti devono essere “venduti” come favoristismi personali? Sono stanca di andare a chiedere l’elemosina per mia figlia, quando sto cercando semplicemente che vengano applicate delle leggi.

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