Avvenire di Calabria

Nell'anno in cui l'Italia guiderà il G20, parte da Reggio Calabria un'iniziativa destinata all'attenzione alle fragilità

Reggio lancia il summit per guardare il mondo “dal basso”

Il mutamento climatico, la gestione dei conflitti e le disuguaglianze delle multinazionali al centro del dibattito

di Redazione Web

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Reggio lancia il summit per guardare il mondo "dal basso". Parte oggi "The last 20" e lo fa proprio da Reggio Calabria. Vatican News dedica un ampio approfondimento su questo evento di cui avevamo scritto qualche giorno fa (Leggi l'articolo).

Reggio lancia il summit per guardare il mondo "dal basso"

Uno sguardo con gli ultimi per gli ultimi. Parte da Reggio Calabria questa iniziativa nell’anno che vede l’Italia nel ruolo di presidente del G20. Il Belpaese guiderà il forum internazionale dei Paesi più ricchi e potenti del mondo. Ma lungo lo Stivale, precisamente nel Mezzogiorno, c'è chi prova a non dimenticarsi delle fragilità.

Si parte in questo week-end a Reggio Calabria. Poi una serie di appuntamenti che proseguirà a settembre a Roma, poi in Abruzzo e Molise, a Milano e infine a Santa Maria di Leuca. Tra i promotori delle cinque tappe, molte diocesi italiane, la Conferenza dei vescovi dell’Abruzzo e Molise e la Cei attraverso il suo ufficio per la pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport.


PER APPROFONDIRE | Leggi il reportage di Vatican News sull'iniziativa reggina (Leggi l'articolo)


«L’iniziativa è nata non a caso a Reggio Calabria – ha spiegato il vicesindaco Tonino Perna - perché la Calabria è l'ultima Regione d'Italia da sempre, a guardare le statistiche dagli anni 50. Quindi ha questa sensibilità e lo sguardo che viene dagli ultimi». Si tratta di capire, ha aggiunto, «che se l’Italia deve avere un futuro e risolvere i grandi problemi, non può lasciare fuori il mezzogiorno. Questo lo dicono tutti a parole, ma nei fatti il Recovery Fund non va proprio in questa direzione».

I Paesi del “Last 20” non sono ultimi perché sono incapaci, ha proseguito Perna, «ma sono stati resi ultimi dalle guerre, il mutamento climatico, le multinazionali del cibo che affamano chi produce e fanno grandi profitti».

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