L'8 marzo dell'impegno quotidiano: abbiamo incontrato quattro donne di Reggio Calabria che fanno della resilienza la loro virtù. Ogni giorno
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Dalla prof di matematica all'attivista sociale, passando per le mamme-lavoratrici e chi si spende da oltre vent'anni nel mondo del volontariato
di Federico Minniti
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L'8 marzo dell'impegno quotidiano: abbiamo incontrato quattro donne di Reggio Calabria che fanno della resilienza la loro virtù. Ogni giorno. Dalla prof di matematica all'attivista sociale, passando per le mamme-lavoratrici e chi si spende da oltre vent'anni nel mondo del volontariato.
La Calabria e le donne che restano: quattro storie di resilienza
Come celebrare l’8 marzo superando superflui luoghi comuni? Dialogando - senza stereotipi - con le donne. Madri e lavoratrici, vogliose di incidere sul territorio. Con età e profili diversi, ma pronte a metterci la faccia.
Ne abbiamo parlato con Simona Argento, Giusy Sembianza e Antonella Surfaro che, nella nostra attività da cronisti, abbiamo spesso incontrato nelle loro attività al servizio di Reggio Calabria. Con loro abbiamo intervistato anche Paola Laura Lugarà, docente di Matematica e Scienze, sul tema materie STEM e alunne.
La prof: «Materie STEM, nessuna preclusione per le giovani calabresi»
Paola Laura Lugarà è una docente di Matematica e Scienze presso la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo “Giuseppe Moscato” di Gallina. Abbiamo parlato di parità di genere, istruzione pubblica e materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Divario di genere nelle materie Stem: a Reggio Calabria è ancora così?
Siamo tutti ancora legati a retaggi sociali e culturali che impediscono una svolta formativa, legami che facciamo fatica a superare e che, da un lato, sono la roccia su cui costruiamo valori saldi e concreti, ma che talvolta sono insidiati da convinzioni distorte che minano l’evoluzione del pensiero critico. Sono una “giovane” insegnante di matematica e scienze, arrivata un po’ di anni fa in alcune classi dell’entroterra calabro, dove il concetto di scuola, di studio e futuro professionale era già difficile da insegnare. Nonostante tutto ho sempre trovato ragazzini e ragazzine, e anche oggi è così , pronti e affamati di sapere, e di sapere matematico.
Entriamo in classe con lei: si riesce ad affrontare, in modo concreto, il tema della disparità di genere?
Il ruolo di educatore che ci è stato affidato non e semplice, in quanto le tematiche sociali da affrontare sono molteplici. Tra queste vi è sicuramente il ruolo della donna nella società attuale che coinvolge la famiglia, il gruppo dei pari e la professione futura. Grazie anche alle iniziative proposte dagli istituti scolastici, legate alle giornate celebrative, come la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, indetta dall’Unesco per l’11 febbraio, si affrontano alcune tematiche importanti con spirito critico e grande consapevolezza da parte degli alunni. I ragazzi ci insegnano, ogni giorno, a pensare individualmente con grinta e grande coraggio.
Si è trovata a scontrarsi con genitori che pensano che le materie scientifiche non siano da donne?
Più che altro mi sono trovata a parlare con genitori, pochissimi, che non stimano i propri figli, credendoli incapaci di mettersi in gioco, soprattutto nella scelta della scuola superiore. Fortunatamente la maggior parte dei genitori delle mie studentesse ha fiducia nelle capacità delle proprie figlie e le aiuta a trovare la propria attitudine indipendentemente dal tipo di materia, ma focalizzando la propria attenzione prettamente sulla persona e sui bisogni che essa esprime.
Ha qualche esempio di sua studentessa che si è professionalizzata e realizzata in ambito STEM?
Ho conosciuto, con mia immensa gioia, molte alunne con un grande amore per le materie scientifiche durante la scuola di primo grado e, qualcuna di queste, che ha proseguito con questo tipo di studi. Una, in particolare, con l’obiettivo di intraprendere la professione di insegnate di matematica. Chissà fra qualche anno la potrei ritrovare come collega…che orgoglio!
Attiviste, madri e lavoratrici: il volto femminile della Calabria
Prendersi cura della Casa comune assume varie forme, tra cui le iniziative sociali e di volontariato. «La mia esperienza oltre ventennale mi racconta di tante donne che danno struttura alla solidarietà intesa sia sul piano sociale che dell’assistenza». A spiegarlo è Giusy Sembianza, presidente dell’Ail Reggio Calabria che prosegue: «Il nostro territorio è ricco di persone che fanno parte di organizzazioni e associazioni e le donne hanno un ruolo fondamentale. Essere donna nel mondo del volontariato significa contribuire a sostenere un sistema di Welfare che non riesce a intercettare quei bisogni che restano marginali all’interno del sistema economico e sociale. Significa - sottolinea Sembianza - contribuire a una solidarietà basata su cura e coraggio, su forza e gentilezza, su attenzione e altruismo».
Abitare un territorio, vuol dire specchiarsi in una cittàmadre che sa accogliere. Sul punto Simona Argento, responsabile del progetto “Corredino Sospeso” ci dice il suo pensiero: Appartengo alla categoria delle “tornate a casa e non pentite”. Se mi guardo indietro, lo farei altre mille volte ancora. «Vivere a Reggio Calabria non è facile, ma è al contempo bello. Questa dualità mi affascina perché Reggio è la mia palestra quotidiana: mi ha allenato e continua a farlo; noi donne reggine siamo il punto di ripartenza. Troppo spesso ascolto lamentele, ma raramente proposte. Bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani: occorre fare. Mi considero al servizio della città e questo moto anima molte donne della nostra città».
Su questo aspetto è intervenuta anche Antonella Surfaro, referente della Comunità di Sant’Egidio nel comprensorio reggino: «Penso a una città-madre che sa accogliere ripensando al momento del parto: nonostante le fatiche e le paure apre le braccia e accoglie quel bimbo piangente anch’esso impaurito e inconsapevole di cosa gli stia accadendo. Dal trauma di aver perso tutte le sue sicurezza alla comprensione di essere nel posto più sicuro del mondo: tra le braccia di sua madre: questo dovrebbe essere una città accogliente».
Restando in tema di maternità, l’ultimo spunto di riflessione è proprio sulla coniugazione dei tempi lavorofamiglia: «Determinazione e resilienza devono essere il mantra delle giovani mamme», chiosa Simona Argento, «la maternità è uno dei momenti più belli e al contempo più difficili per una donna che lavora. Occorre superare un paradigma ancor vivo: se vuoi diventare mamma non puoi costruire una carriera. La maternità, purtroppo, è vista ancora come un “gradino rotto”. Per cambiare servono - conclude - politiche di Welfare e maggiore flessibilità sui luoghi di lavoro».
Le parole del cardinale durante la consegna del premio “Giorgio La Pira – Città di Cassano” . Il presidente della Cei è intrevenuto sui temi cruciali della giustizia italiana e del fenomeno migratorio.
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