
Consiglio permanente Cei: dai vescovi un appello per la pace giusta e duratura
Conclusi a Roma i lavori della Conferenza episcopale italiana: priorità al Giubileo, ai giovani e alla giustizia sociale
Nell’ambito della 44a Conferenza nazionale (on line) degli animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si è conclusa nella giornata di ieri, un messaggio-testimonianza è stato inviato dall’arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia.
Eccolo di seguito:
«Ci sono due modi di vivere la vita – diceva lo scienziato Albert Einstein - come se nulla fosse un miracolo o come se tutto fosse un miracolo»! Stiamo attraversando il buio di una pandemia, esperienza sconosciuta alla nostra generazione e alle nuove generazioni. Stiamo sperimentando la debolezza in sfumature inedite, quantomeno per i Paesi ricchi. Sì, perché i popoli più poveri tante fragilità già le vivevano, tra l’indifferenza del mondo. La debolezza, certamente, coglie in modo particolare chi, come me e più di me, ha vissuto o vive in prima persona la malattia da Coronavirus, con i suoi sintomi spiazzanti, il pensiero della morte, la paura di contagiare gli altri, l’isolamento che ne consegue… La debolezza coglie le famiglie che a volte faticano a stare insieme, i ragazzi che faticano a imparare, gli anziani che faticano a sentirsi dimenticati… La debolezza coglie il sistema socio economico di un mondo globalizzato ma non unito, di un lavoro troppo privo di dignità e sicurezza, di leggi tese a favorire interessi privati e diritti secondari di pochi scartando i più deboli e poveri… La debolezza coglie la stessa scienza, la medicina, che a volte sembra quasi annaspare… E la debolezza, forse, coglie anche la nostra fede. Come vedere il miracolo? Eppure il miracolo è lì, perché, se ci pensiamo bene, solo la debolezza ne è il presupposto. La forza, l’autoreferenzialità, l’autosufficienza umana non vede il miracolo, non lo invoca. Noi invece sì. Voi invece sì! Lo invocate aprendovi, nella debolezza, ad essere strumenti di «consolazione» e di «compassione»; ad essere «fratelli». Sì, cari amici del Rinnovamento. Il miracolo della fraternità ci fa uscire dalla pandemia, perché trasforma la debolezza della malattia in cura e condivisione, la debolezza delle famiglie in vicinanza e educazione, la debolezza dell’economia in solidarietà e giustizia, la debolezza della scienza in intuizione e ispirazione, la debolezza della fede in comunione e adorazione... Tutto solo per amore. Tutto, perché «nessuno si salva da solo». Lo Spirito Santo vi doni di capirlo, in questi giorni, e di testimoniarlo al mondo. E tutto, anche la pandemia, sarà un miracolo. Amen! Vi benedico.
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