Avvenire di Calabria

Dal battesimo al matrimonio, nella vita di ogni credente ci sono vari momenti cruciali. A sostenerli c’è sempre il sacerdote

Sacerdoti, ecco i “garanti” dei sacramenti

Il parroco di Sant’Elia Profeta di Condera, a Reggio Calabria racconta la sua esperienza: «Nostro compito fondamentale a far capire il valore del dono»

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Una presenza discreta e sempre disponibile. Un vero e proprio dono, quello dei sacerdoti, per le comunità. Anche quando c’è da stare accanto alla gente, attraverso i sacramenti. Ne abbiamo parlato con don Paolo Ielo, parroco di Sant’Elia Profeta, comunità della diocesi di Reggio Calabria -Bova.


Adesso siamo anche su WhatsApp, non perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


Il parroco di Sant’Elia Profeta in Condera e Pietrastorta racconta la sua esperienza. nel suo ministero la cura della comunità attraverso i sacramenti. 🎧 Ascolta qui 👇 il podcast e leggi l'intervista.

I sacramenti nella vita di ogni cristiano, don Ielo: «Nostro compito fondamentale a far capire il valore del dono»

Perché è importante accompagnare le persone verso la celebrazione dei sacramenti?

Il dono del sacramenti è sicuramente un momento di grazia non solo per chi li riceve ma anche per la Chiesa. La fase di accompagnamento è necessaria per far comprendere il valore e il significato del dono che riceviamo dal Signore proprio attraverso i sacramenti. Non è un fatto scontato. Non tutti lo comprendono. A volte si arriva alla celebrazione dei sacramenti nella piena inconsapevolezza.

In questo percorso, qual è il ruolo del sacerdote?

Il ruolo del sacerdote non è il ruolo del protagonista semmai da “garante delle fede”. I protagonisti sono coloro che li ricevono. Il presbitero “è chiamato” - tra virgolette - ad essere colui che vigila, proprio perché chiamato ad aiutare i cristiani a riscoprire la fede e a ricevere questo dono del Signore. Allo stesso tempo, il sacerdote vive assieme a loro questa esperienza che lo porta a riscoprire la bellezza del sacramento che anche lui ha ricevuto.

Ad esempio, viene da pensare al matrimonio: la preparazione, la fase del discernimento. Momenti cruciali che non possono essere ridotti a mera “burocratizzazione”... lei come li affronta?

Gli itinerari di preparazione dei fidanzati al matrimonio sono momenti veramente di grazia proprio perché i fidanzati riscoprono la bellezza del dono della fede che hanno ricevuto nel battesimo. In particolare, però, li porta a capire anche la grandezza che il sacramento che si apprestano a ricevere donerà loro. Ovvero: essere famiglia cristiana chiamata a vivere nel matrimonio la grazia di questo dono. Sicuramente, oggi, bisogna puntare molto alla preparazione dei fidanzati, a far loro vivere, in maniera consapevole, questo itinerario che li aiuta a capire anche la responsabilità dell’uno e dell’altro di guardare al loro essere, domani, una cosa sola.

Ci può raccontare un aneddoto, una storia che le è rimasta impressa?

Guai ad essere superficiali, soprattutto negli itinerari di preparazione al matrimonio o ridurli alla burocratizzazione del processo matrimoniale e di quelle che sono le fasi della celebrazione che è comunque un elemento importante. Se dovessi raccontare un aneddoto proprio legato a ciò, gli episodi in cui mi sono imbattuto sono diversi, ma tutti più o meno simili. È capitato che proprio nella fase di preparazione e accompagnamento al sacramento del matrimonio dei fidanzati, alcune coppie abbiano capito che non era la loro strada. Sia per motivi personali, incompatibilità di carattere e altri ancora, decidendo di interrompere la loro frequentazione e quindi non sono convolati a nozze. Ma dico grazie a Dio che questo è avvenuto prima che venisse celebrato matrimonio. Come l’unione, anche questo, sembra strano, ma è un traguardo, perché i fidanzati sono arrivati nella massima consapevolezza di quello che andavano a fare.

Anche questo, naturalmente, comporta un pieno donarsi all’altro. Molto non sarebbe possibile senza il sostentamento al clero. Quanto conta l’aiuto ricevuto attraverso campagne come “uniti nel dono”?

Oggi più che mai la figura del sacerdote è una figura estremamente indispensabile, al di là di ciò che si pensi o dica attraverso il pensiero debole. Sicuramente quello che è necessario fare è educare i nuovi presbiteri a comprendere che anche noi abbiamo bisogno di essere sostenuti. Essere sostenuti vuol dire educare la nostra gente a capire che anche le loro offerte, che non è solo l’8xmille, aiuterebbero e aiutano il sostentamento ai sacerdoti. E quindi la campagna “Uniti nel dono” diventa anche una campagna di sensibilizzazione ma direi di “alfabetizzazione” per far capire quanto le offerte deducibili che la nostra gente fa ci aiutano ad avere quello che è l’onesto sostentamento. Che non è uno stipendio ma il minimo per poter sopravvivere e per poter essere e svolgere la nostra missione.

Uniti nel dono, come sostenere l'opera preziosa di don Paolo Ielo e degli altri sacerdoti delle nostre comunità

Al fianco dei tanti “don” che ogni giorno aprono la loro vita al prossimo. Torna anche nel mese di dicembre, la campagna di comunicazione di “Uniti nel dono” per le offerte deducibili, quelle destinate al sostentamento del clero diocesano, che sarà declinata su tv, web, social e stampa. Vedrete scorrere, sullo schermo della tv o del cellulare, oppure sfogliando le pagine di giornali e riviste, i volti di don Stefano, don Fabio e don Domenico, che ci hanno permesso di seguirli, per qualche ora del loro tempo, in modo da aprire una finestra sulla loro vita di ogni giorno.


PER APPROFONDIRE: Uniti nel dono, parla l’incaricata della diocesi reggina: «Accanto a chi si dona per realizzare grandi cose»


Non un buco della serratura, o uno spioncino: no, proprio una finestra! Con l’invito, a tutti coloro che in qualche modo saranno raggiunti da questa campagna, ad affacciarsi e a soffermare lo sguardo dentro. Dentro la loro vita di ogni giorno, per scorgervi in trasparenza anche le vite degli altri 32.000 e oltre sacerdoti delle diocesi italiane, che ci vivono accanto dalle Alpi alle isole più sperdute, nei piccoli paesi dell’entroterra come nelle periferie delle grandi città. «Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per ringraziare tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro», sottolinea il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni.

Ma come donare e contribuire così a sostenere l’opera dei sacerdoti diocesani? Lo si può fare attraverso diverse modalità: carta di credito o Paypal, direttamente sul sito www.unitineldono.it oppure chiamando il numero verde 800 825 000.

Si può donare, inoltre, con un bonifico bancario sull’Iban IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero, specificando nella causale «Erogazioni liberali art. 46 L.222/85», ai fini della deducibilità.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Si può utilizzare anche il contro corrente postale numero 57803009 per effettuare il versamento presso un qualunque ufficio postale. Accanto ad anziani ed ultimi, migliaia di sacerdoti ogni giorno aprono la loro vita ad altre vite, aiutando le comunità a crescere

Articoli Correlati