
“Un’alba nuova” di Gabriella Lax e Andrea Puglisi
Due vite che solo in apparenza non hanno nulla in comune e che s’incontrano per
Una visita annunciata e già al centro del dibattito pubblico: quella del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini a Reggio Calabria, prima tappa del tour anti-mafia legato all’avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto, ha incontrato una città divisa, tra manifestazioni di protesta e richieste precise delle istituzioni locali.
Una mobilitazione pacifica ma determinata ha accolto il ministro all’esterno della Prefettura di Reggio Calabria. In piazza Italia, circa un centinaio di manifestanti – associazioni, sindacati, movimenti civici e partiti politici – si sono ritrovati per contestare la realizzazione del Ponte, considerato un progetto devastante sotto il profilo ambientale e privo di una reale valutazione di impatto.
«Non siamo disponibili a partecipare a passerelle, finte riunioni o ascoltare dichiarazioni dal chiaro sapore propagandistico», hanno dichiarato i rappresentanti del Comitato per il Sì ai 5 Referendum promossi dalla Cgil, sintetizzando le ragioni della protesta.
Nel frattempo, all’interno della Prefettura, Matteo Salvini ha incontrato istituzioni locali, autorità giudiziarie, forze dell’ordine e mondo accademico, affrontando i temi della legalità e della trasparenza negli appalti, in vista dei lavori del Ponte.
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«Siamo determinati a essere ancora più severi e trasparenti rispetto alla normativa vigente per evitare ogni infiltrazione mafiosa», ha affermato il ministro. Ha poi sottolineato il coinvolgimento diretto del Viminale e la collaborazione con il Quirinale, dichiarando: «È una terra dove bisogna vigilare affinché neanche un euro finisca nelle mani della criminalità organizzata».
Salvini ha anche anticipato l’approvazione del nuovo Decreto Sicurezza, previsto in serata, con più poteri alle forze dell’ordine, sgomberi immediati per le case occupate abusivamente e stretta sulle truffe agli anziani.
Riguardo al Ponte, il ministro ha difeso con decisione l’opera: «Chi dice che non si può fare il ponte perché siamo in Calabria o in Sicilia insulta la dignità e l’onestà della stragrande maggioranza dei calabresi e siciliani».
Durante l’incontro in Prefettura, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha consegnato a Salvini un dossier dettagliato contenente le principali criticità infrastrutturali e richieste urgenti per il territorio.
Tra i punti evidenziati: Il taglio del 70% delle risorse per le strade provinciali, che in Calabria significa 8 milioni in meno, a fronte di un fabbisogno stimato in 400 milioni solo per la Città Metropolitana; Il finanziamento mancante per l’arrivo dell’Alta Velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria; Il raddoppio e l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica; Il completamento della Strada Statale 106; I tagli ai progetti infrastrutturali del Pnrr, tra cui sanità, scuole, sport, beni confiscati e forestazione; Il dirottamento delle risorse di Coesione sul Ponte, originariamente pensate come aggiuntive per il Sud e oggi diventate sostitutive.
Falcomatà ha ribadito: «Ci interessa il ponte, ma ci interessa che le comunità locali siano coinvolte, che non vengano sventrati i territori di Villa San Giovanni, Campo Calabro e Reggio Calabria. Ci interessa capire cosa succederà sugli espropri, sulle prescrizioni ambientali, sui controlli giudiziari contro le infiltrazioni mafiose e sulla posizione del Quirinale. «Ci interessa tutto questo. Ci interessano i nostri territori», ha concluso il primo cittadino.
Mentre il tour del ministro Salvini proseguirà nei prossimi giorni in Sicilia, dove sono attese nuove mobilitazioni, Reggio Calabria ha già manifestato la propria posizione: una città che guarda al futuro, ma che pretende trasparenza, inclusione e rispetto per il territorio, oltre la propaganda e al di là degli annunci.
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