
La Messa in suffragio del Papa sarà giovedì in Cattedrale a Reggio
L’arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone parteciperà alla celebrazione esequiale
San Paolo fondatore della diocesi di Reggio Calabria. Nel giorno in cui si festeggiano i Santi Apostoli, la Chiesa reggina-bovese vive un momento speciale. Tra corsi e ricorsi storici, un anno fa, monsignor Morrone ricevette il pallio da papa Francesco.
«Costeggiando (la Sicilia) approdammo a Reghion». Su questo emistichio della storia delle Chiese paoline al capitolo 28 degli Atti degli Apostoli, si racconta la sosta dell’apostolo delle Genti sulle sponde calabre dello Stretto, nella primavera del ‘61. L’approdo è avvenuto alla “Rada dei Giunchi”, nella falce di mare antistante la città, che in quei giorni festeggiava Artemide sotto la denominazione di “Diana Fascelide”. La nave doveva, forse, fare rifornimento di acqua o necessitava di pece aspromontana per calafatare qualche falla. Perciò la sosta fu di poche ore. Ma Paolo non era un turista a cui bastava respirare l’aria dell’istmo o ascoltare il racconto delle favole di Scilla e Cariddi, o lasciarsi ammaliare dal canto delle Sirene.
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L’ininterrotta tradizione, tramanda questo “avvento” con grata memoria, attorno ai seguenti elementi: sbarco dalla nave e predicazione ai reggini riuniti per venerare le divinità cui erano molto devoti; conversione di alcuni abitanti conquistati dall’annunzio dell’Evangelo ma molto più colpiti dal mirum della colonna che prende fuoco, designazione di Stefano da Nicea quale primo vescovo.
L’apostolato ed il martirio di Stefano si intrecciano con l’ansia apostolica di Paolo, come voci di un solenne corale, la cui eco giunge ancora dalle arcate dei secoli. Quanto alla vicenda di s. Stefano, potrebbe essere stato inviato successivamente, anche perché egli non figura tra coloro che accompagnavano l’apostolo.
A questa tradizione bisogna ricondurre gli edifici intitolati ai martiri Paolo e Stefano in ambito cittadino. La prima chiesa di Paolo sorgeva in località prossima alla Rada dei Giunchi. In essa veniva da subito esposta alla venerazione la colonna del miracolo.
Su questo filone si colloca la celebrazione liturgica dell’adventus dell’apostolo a Reggio il 21 maggio. Quanto al magistero ecclesiastico basti citare la Bolla di Giovanni Paolo II del 6 marzo 1980 con cui san Paolo viene proclamato patrono principale della diocesi, mentre san Stefano passa a patrono secondario: «La Chiesa di Reggio ripete la sua origine dell’arrivo dell’Apostolo Paolo, per cui essa ha sempre venerato con particolare culto e costante memoria lo stesso Apostolo».
Gli abitanti della città della Fata Morgana, hanno colto nella sua predicazione un saggio della logica soprannaturale della sapienza cristiana; hanno sentito vibrare la potenza dell’Evangelo della Croce; hanno avvertito il profumo e la forza della sua santità e la bellezza della sua scarna eloquenza risplendere nella comune lingua della koinè ellenistica.
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Per questo i discendenti nei secoli dei primi beneficiari di quell’evento misterioso hanno custodito, con gioia, entusiasmo e gratitudine, i frutti di quelle ore di grazia. Ma ne hanno pure tramandato la memoria della venerazione al grande apostolo, invocandone la protezione sulla loro Chiesa.
Ma soprattutto, conservando l’ispirazione religiosa e i valori etico-sociali che animano tuttora la vita ecclesiale e civile delle popolazioni: «Salve, Colonna nobile/ al tuo splendore cede l’elettro fulgigo/di quella più Fortunata/che un dì Israel guidò».
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