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Compiendo il percorso espositivo del Museo diocesano "Sorrentino" di Reggio Calabria, tra le prime opere in mostra, ci si imbatte nell'immagine di un uomo dalla candida barba bianca, con lo sguardo e le braccia aperte rivolti al cielo.
La figura dipinta non è altri che San Prospero. Una tela risalente al 1910 realizzata dal pennello e dai colori del pittore emiliano Cirillo Manicardi. Il dipinto fu realizzato su commissione di monsignor Emilio Cottafavi, inviato a Reggio Calabria da Pio X per realizzarvi un villaggio di abitazioni prefabbricate e alcune chiese baracca, una delle quali dedicata proprio al Santo.
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C'è una doppia storia legata al San Prospero di Manicardi. Una è più recente, l'altra invece ci riporta proprio agli inizi del secolo scorso. Iniziamo da quella più vicina a noi che risale ad appena due anni fa.
Siamo nel maggio del 2021, quando l'opera di cui da tantissimi anni si erano perse le tracce, "fa ritorno a casa". I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Reggio Calabria ritrovano la prestigiosa tela all'interno di un'abitazione privata e riconsegnano al legittimo proprietario, l'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova.
Un ritrovamento dall'alto valore affettivo. Per capirlo dobbiamo fare però un passo più indietro nel tempo che, come detto, ci riporta agli anni successivi al terremoto del 1908 che distrusse Messina e la città di Reggio Calabria. Gli anni della missione reggina di monsignor Cottafavi.
Il San Prospero è un prezioso simbolo di rinascita per la Città di Reggio Calabria, profondamente colpita dal terremoto nel 1908 e la risposta concreta di solidarietà che la città di Reggio Calabria ricevette dalla comunità di Reggio Emilia di cui San Prospero è appunto il patrono.
PER APPROFONDIRE: Arte Sacra, i carabinieri riconsegnano il quadro di San Prospero alla diocesi reggina
Tra le opere fatte realizzare da monsignor Cottafavi oltre a un villaggio di case prefabbricate per accogliere gli orfani del territorio c'era anche una chiesette prefabbricata intitolata proprio a San Prospero, per il cui altare maggiore commissionò al pittore Cirillo Manicardi l’immagine del Santo (olio su tela).
La chiesa di San Prospero fu distrutta da un incendio nel 1920, ma il dipinto tratto in salvo e trasferito presso la tipografia sorta all’interno del villaggio di baracche per volontà di monsignor Cottafavi.
Quando la tipografia fu dismessa si persero le tracce del dipinto. A distanza di moltissimi anni, grazie alla collaborazione tra l’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova ed il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, l’opera è stata rintracciata all’interno di un’abitazione privata e recuperata per restituirla alla fruibilità della comunità reggina. L’opera, opportunamente restaurata, è ora esposta nel Museo “Aurelio Sorrentino” di Reggio Calabria e, come altre esposte all'interno del percorso espositivo, racconta un importante spaccato di storia della comunità reggina.
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