Avvenire di Calabria

Da una sua croce di ferro abbandonata in una caverna nacque la devozione a Maria che anima il santuario di Polsi

San Silvestro e la leggenda calabrese

Redazione Web

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San Silvestro è stato il primo papa di una Chiesa non più minacciata dalle terribili persecuzioni dei primi secoli. Nell’anno 313, infatti, gli imperatori Costantino e Licinio hanno dato piena libertà di culto ai cristiani, essendo papa l’africano Milziade, che morì l’anno dopo. Gli succedette il prete romano Silvestro. A lui Costantino dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni, e costruisce la prima basilica di San Pietro.

In pace con l’autorità civile, ma non tra di loro: così sono i cristiani del tempo. Il lungo pontificato di Silvestro (ben 21 anni) è infatti tribolato dalle controversie disciplinari e teologiche, e l’autorità ordinaria della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese, diffuse ormai intorno all’intero Mediterraneo, non è ancora compiutamente precisata. Costantino, poi, interviene nelle controversie religiose (o i vescovi e i fedeli lo fanno intervenire) non tanto per “abbassare” Silvestro, ma piuttosto per dare tranquillità all’Impero. Costantino indice nel 314 il Concilio occidentale di Arles, in Gallia, sulla questione donatista (i comportamenti dei cristiani durante le persecuzione di Diocleziano). E sempre lui, nel 325, indice il primo Concilio ecumenico a Nicea, dove si approva il Credo che contro le dottrine di Ario riafferma la divinità di Gesù Cristo. Papa Silvestro non ha alcun modo di intervenire nei dibattiti: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese.
 
Silvestro è un Papa anche sfortunato con la storia, e senza sua colpa: per alcuni secoli, infatti, è stato creduto autentico un documento, detto “donazione costantiniana”, con cui l’imperatore donava a Silvestro e ai suoi successori la città di Roma e alcune province italiane; un documento già dubbio nel X secolo e riconosciuto del tutto falso nel XV. Un anno dopo la sua morte, a papa Silvestro era già dedicata una festa al 31dicembre; mentre in Oriente lo si ricorda il 2 gennaio. Curiosamente, una pia leggenda calabrese vede come protagonista proprio San Silvestro. Secondo la vulgata, il papa, per sfuggire alle persecuzioni, si nascose tra le vette calabre. L’imperatore Costantino però venne attaccato dalla lebbra e, venendo a conoscenza di un’acqua miracolosa capace di guarirlo in possesso di Silvestro, mandò i suoi soldati a cercarlo per condurlo a Roma. Le guardie dopo alcune ricerche trovarono il papa nella sua grotta fretta ed umile, il quale, pensando fosse giunta l’ora di morire chiese come ultimo desiderio di recarsi nei suoi amati boschi aspromontani, portando con sè la cosa più cara e preziosa, una piccola croce di ferro, rifinita e misteriosa, dinanzi alla quale egli pregava giornalmente. Giunto nei boschi decise di sotterrare la sua croce nella valle di Polsi, poi benedisse il luogo e rientrò a Roma, dove fece guarire Costantino con acqua della fonte battesimale.
 
L’imperatore volle essere battezzato e si convertì al cristianesimo donando a Silvestro il potere di Roma e della Chiesa. Molti secoli dopo un pastore di nome Italiano pascolava tra le stradine aspromontane, quando all’improvviso smarrì uno dei suoi bovini. Dopo molte ore di ricerca lo ritrovò e vide l’animale prostrato dinanzi ad una reliquia che il bovino stesso aveva dissotterrato con le zampe. Si trattava della croce di San Silvestro. Il pastore alzò lo sguardo stupito e vide comparire la Madonna con il bambino tra le braccia la quale gli comunicò il desiderio che in quel luogo venisse costruita una chiesa in suo onore e dicendo che tutti i devoti sarebbero stati graziati. In quel punto sorse la chiesa di Maria, e la profonda fede per la Signora della Montagna. Da allora anche gli animali ebbero il diritto di entrare al santuario, sopratutto i bovini che tra i suoni delle zampogne durante la processione si inginocchiano dinnanzi all’altare della Madre della Montagna

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