28 maggio, la Chiesa ricorda i martiri uccisi dai nazisti
La memoria liturgica dei 108 martiri polacchi della follia nazionalsocialista.
Domani si celebrerà san Valentino, un’occasione per tutti gli innamorati di stare insieme e festeggiare in modo originale il proprio amore. Da molti ritenuta una festa prettamente commerciale, San Valentino è una festività in origine religiosa, che prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino di Terni.
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Questa giornata venne istituita nel 496 da papa Gelasio I e alla sua diffusione, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i Benedettini, attraverso i loro monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo. Il martirio di san Valentino si colloca tra il III e il IV secolo ed è descritto in alcuni documenti del V e dell'VIII secolo. Fu catturato per aver convertito, grazie a segni prodigiosi, alcuni personaggi "in vista" della Roma pagana. Venne poi torturato e decapitato nella notte; il corpo fu recuperato dai discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, che per questo vennero martirizzati a loro volta.
A questo martire è affidata la protezione degli innamorati e dei fidanzati. Un amore che va, però considerato da più angolazioni: l'amore è Dio stesso e caratterizza l'uomo, l'immagine di Dio e risiede non solo nel rapporto tra uomo e donna, ma risiede anche nella solidarietà, nella pace e nell'unità.
La memoria liturgica dei 108 martiri polacchi della follia nazionalsocialista.
Nel quarto secolo, il vescovo di Alessandria fu il primo a condannare l’eresia di Ario, con cui la Chiesa dovette combattere a lungo. Fu tra i promotori del Concilio di Nicea, quello cui dobbiamo il “Credo”
Oggi ricorre la memoria di una delle prime sante cinesi, martirizzata per non aver rinunciato alla Fede. Fu canonizzata da papa Giovanni Paolo II nel 2000