Avvenire di Calabria

Sanità, dal Sud una proposta contro le disuguaglianze

La rubrica “Al servizio della Calabria” a cura dell’associazione fra gli ex consiglieri della Regione Calabria

di Vincenzo Pisano

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Giuristi ed esperti hanno offerto analisi utili alla revisione legislativa e amministrativa dei temi trattati

Il convegno «Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, quali autonomie regionali e quale sanità?», tenutosi a Reggio Calabria il 14 febbraio nella sede del Consiglio regionale, ha visto ampia partecipazione di cittadini e rappresentanti istituzionali.



«Le due associazioni promotrici (ex consiglieri regionali ed ex parlamentari della Repubblica) mirano a promuovere un dibattito tra esperti, giuristi e politici su temi cruciali per il futuro del Paese e della Calabria», così la coordinatrice, Dalila Nesci, già sottosegretario di Stato per il Sud. Giuristi ed esperti hanno offerto analisi utili alla revisione legislativa e amministrativa dei temi trattati. In apertura, dopo i saluti del sindaco Falcomatà e del professor Taccone dell’Università Mediterranea, il presidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, Stefano Arturo Priolo, ha ricordato l’impegno dell’associazione su questioni di interesse per la Calabria e, in collaborazione con l’Associazione ex parlamentari, la volontà di alimentare il dibattito sulle riforme, riaffermando il diritto alla salute e un regionalismo fondato su solidarietà e coesione nazionale.

Tanti interventi sula questione

L’onorevole Federica Dieni ha introdotto gli interventi, tra cui quello dell’onorevole Giuseppe Gargani, presidente dell’Associazione ex parlamentari della Repubblica, che ha annunciato un convegno sulla modifica del Titolo V della Costituzione, responsabile di molte attuali incongruenze. Il professor Stefano Ceccanti ha criticato la procedura adottata per l’autonomia differenziata, ritenendo necessaria una riforma condivisa. Il professor Antonino Spadaro ha definito «magistrale» la sentenza n.192/2024 della Corte Costituzionale, che ha svuotato la legge 86/2024. Ha evidenziato criticità legate agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione e i limiti nel trasferimento di funzioni alle Regioni in settori strategici. La Corte ha anche dichiarato l’illegittimità di articoli in contrasto con le competenze dell’Unione Europea.

Il professor Balducci ha sottolineato l’impatto che la legge avrebbe avuto sul diritto alla salute e sul Ssn, fondato su universalità, equità e uguaglianza: «L’autonomia avrebbe minato i Lea, legandoli ai bilanci regionali». Ha ricordato l’importanza dei piani di rientro per uniformare e potenziare i servizi sanitari. Luca Bianchi, direttore Svimez, ha richiamato alla mobilitazione per la tutela dei diritti di cittadinanza, denunciando la disuguaglianza nella sanità e l’inadeguatezza del criterio della spesa storica.

La questione Sud al centro

L’onorevole Mario Tassone ha difeso sanità, ambiente e scuola come ambiti intoccabili, criticando l’ambiguità del comma 3 dell’art.116. Concreto l’intervento del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, che ha espresso da subito riserve sulla legge 86/2024: «Avevo manifestato le mie perplessità sin dall’inizio». Ha sottolineato i limiti del dibattito nazionale, che avrebbe dovuto tenere conto degli obblighi previsti dagli articoli 117 e 119 della Costituzione: «Servono idee per il Sud, non contrapposizioni». Ha poi affermato: «I Lea vanno definiti sulla base dei bisogni e delle reali necessità, non sulla spesa storica, un criterio iniquo che va superato. La piena attuazione degli articoli 117 e 119 avrebbe portato vantaggi al Sud maggiori di quelli che l’autonomia differenziata avrebbe garantito al Nord».

A proposito del sistema sanitario, ha aggiunto: «Abbiamo gestito oltre 2600 pensionamenti e assunto più di 2700 medici. I bilanci sono ormai definiti, e i Lea in crescita. Le cose vanno meglio in Calabria, anche se non ancora bene». Ha infine dichiarato: «Il commissariamento non è una soluzione ma un problema: centralizzato, ha creato disuguaglianze, anche nei criteri di assunzione e retribuzione dei medici. È giunto il momento di chiuderlo: la fine del commissariamento è vicina». Salvatore Zoccali, dell’ufficio di presidenza dell’Associazione ex consiglieri regionali, ha denunciato le gravi carenze strutturali nell’area ionica della Calabria, soprattutto in sanità, trasporti e servizi.

Le conclusioni

Nelle conclusioni, Ernesto Funaro, vicepresidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, ha sottolineato l’efficacia dell’azione dell’associazione e l’importanza della sentenza che «in punta di fioretto» ha smontato la legge sull’autonomia differenziata. Ha ribadito la necessità di «un dialogo globale e condiviso nella stesura di leggi fondamentali per il Paese». Sono intervenuti anche Lino Puzzonia (Centro studi Fismu), il giornalista Michele Drosi e gli ex parlamentari Vincenzo Gino Alaimo, Rita Commisso ed Enzo Palumbo.


PER APPROFONDIRE: Sanità più smart: al Gom servizi digitali più sicuri e vicini ai cittadini


L’onorevole Giuseppe Soriero ha evidenziato il rischio di una sanità sbilanciata a favore del Nord e l’emigrazione giovanile dal nordest. Ha rilanciato il ruolo strategico del Sud nel Mediterraneo e lodato le due associazioni e i promotori dell’iniziativa per il contributo reso alla Calabria e al Paese.

Articoli Correlati