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L’assurda vicenda della mancanza di medici anestesisti ha riacceso i riflettori sulle criticità della sanità a livello territoriale. Il prossimo 4 maggio la Piana ospiterà una mobilitazione a livello regionale. La denuncia del presidente del comitato della salute Valensise: «Chiediamo a Regione e Asp soluzioni concrete e a lungo termine».
Era il luglio del 2022 quando la chiusura del reparto di rianimazione e anestesia dell’ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena accese un fuoco di indignazione nella Piana. Fu in quei giorni che i cittadini, esasperati dalle continue negazioni al loro diritto alla salute, diedero vita al Comitato Spontaneo a Tutela della Salute.
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Sono passati quasi due anni, ma la storia sembra ripetersi. La settimana scorsa, i pazienti in attesa di intervento programmato si sono visti rimandati indietro a causa della mancanza di anestesisti. «Una situazione ancora una volta inaccettabile, per la quale il Comitato, sabato 16 marzo, è sceso nuovamente in piazza», racconta ad Avvenire di Calabria, la presidente Marisa Valensise. Una circostanza, a suo dire, che si sarebbe potuta evitare in quanto già a conoscenza dell’Asp di Reggio Calabria. Gli anestesisti provenienti dal Grande Ospedale Metropolitano operano a gettone.
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«Si tratta di professionisti sottopagati che gestiscono un carico di responsabilità non indifferente», afferma ancora la presidente del comitato. Dal primo marzo hanno sospeso la propria collaborazione. Di conseguenza, sono bastate due settimane di stop perché si allungassero ulteriormente le liste d’attesa, creando un intoppo «inaccettabile» all’interno del sistema sanitario pianigiano. La situazione al momento pare essere rientrata per senso di responsabilità e dovere degli stessi medici anestesisti che hanno ripreso la loro attività proprio qualche giorno fa.
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«Ma l’attenzione da parte nostra resta massima», assicura ancora Valensise, secondo cui «questo non risolve le criticità che restano e sono evidenti».
«Abbiamo concesso fin troppo tempo al presidente della Regione Occhiuto che è anche il commissario della sanità in Calabria e al direttore generale dell’Asp Lucia di Furia perché apportassero tutte le soluzioni necessarie per invertire la situazione.
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L’unico segnale positivo è rappresentato dal contingente di medici cubani. Ma si tratta pur sempre di soluzioni tampone». Ciò che i cittadini rivendicano, invece, sono «continuità, certezze e, soprattutto, normalità». Il Comitato, da questo punto di vista, non si arrende e chiede soluzioni concrete: «concorsi per medici a tempo determinato, pagamenti adeguati per gli anestesisti e interventi mirati da parte della Regione e dell’Asp anche per rafforzare la rete territoriale dell’emergenza-urgenza, attualmente carente», evidenzia la presidente Valensise.
L’ospedale spoke di Polistena è un punto di riferimento per la Piana di Gioia Tauro, ma anche per tutta l’area centrale della città metropolitana reggina. «Vanno garantiti - continua - i livelli essenziali di prestazioni, aprendo le case di comunità a supporto della rete territoriale dell’emergenza-urgenza e garantendo il ricambio di personale con l’innesto di nuove unità in pianta stabile». Molte zone della Piana, come Serrata, Laureana di Borrello o Candidoni, sono scoperte, «manca la medicina di prossimità», denuncia ancora la presidente del Comitato. Di conseguenza il pronto soccorso di Polistena è intasato proprio perché mancano guardie mediche.
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Cosa resta da fare dunque? «Sicuramente continueremo a mantenere alta l’attenzione. Il 4 maggio ci sarà un’importante manifestazione guidata dall’Amministrazione Comunale di Polistena. Vedrà la partecipazione di sindaci e associazioni da tutta la regione. «La lotta per la salute nella Piana di Gioia Tauro è una battaglia di tutti. Solo uniti - conclude Valensise - si potrà ottenere un cambiamento reale e garantire il diritto alla salute per tutti».
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