Avvenire di Calabria

Il tema è stato approfondito in occasione del recente incontro regionale che si è svolto a Barritteri di Seminara

Sanità, l’autonomia differenziata preoccupa i Medici cattolici

Il convegno regionale svolto nel segno del commovente ricordo della dottoressa Romeo scomparsa recentemente in circostanze drammatiche

di Ugo Squillace

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Sanità e autonomia differenziata al centro della riflessione dei Medici cattolici. In occasione del recente incontro regionale che si è svolto a Barritteri di Seminara, tanti gli spunti emersi. Vediamoli insieme.

Medici cattolici a confronto sulla «salute disuguale»

Si è parlato di «salute disuguale» il nove marzo scorso, presso il Centro “Presenze” di Barritteri di Seminara. L’occasione il convegno a carattere regionale, dedicato alla memoria della dottoressa Francesca Romeo, organizzato dall’Associazione diocesana San Giuseppe Moscati e dall’Associazione dei Medici cattolici (Amci) della diocesi di Oppido-Palmi. Presente monsignor Giuseppe Alberti, sono intervenuti Rubens Curia, portavoce di Comunità competente, Salvatore Raso, presidente Amci Oppido-Palmi e don Antonio Martello, assistente regionale Amci.


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A moderare Roberto Zappone, consigliere nazionale dei Medici cattolici che ha sottolineato come «la salute in genere e quella fisica e mentale, in particolare, rappresentano un bene prezioso» da tutelare ai vari livelli, è stato il vescovo Alberti ad aprire il lavori. Il presule ha passato in rassegna le varie preoccupazioni che attraversano il settore della salute calabrese in prospettiva dell’attuazione dell’autonomia e dinanzi alla situazione di degrado del territorio, senza distogliere lo sguardo dalla «salute disuguale». Situazioni che rischiano di ledere il diritto alla salute. «I medici cattolici - ha poi aggiunto - rappresentano un valore aggiunto di una vita vissuta giornalmente con professionalità ed umanità». Il dottor Curia ha citato il libro di Michael Marmot “Le disuguaglianze danneggiano la salute” per collegare status sociale, disuguaglianze, aspettativa di vita e condizioni di salute.

La proposta: creare una sanità a misura di persona

Ha poi presentato dati allarmanti sul Mezzogiorno riportati dallo Svimez. Ha ricordato, inoltre, l’istituzione del tavolo tecnico per il budget di salute sulle patologie mentali, tra i risultati ottenuti da Comunità competente. Il sistema salute calabrese, ha detto fra le altre cose, oltre a rispondere ai bisogni di salute dei singoli, potrebbe usufruire di oltre il 60% dei 170 milioni di euro non spesi di fondi Covid da impegnare nei Lea (livelli ).


PER APPROFONDIRE: Diritto alla salute in Calabria, «l’unica strada è la sanità in uscita»


Creare una sanità a misura di persona e la valorizzazione di una filiera positiva costituita da prime cure a domicilio, da strutture sanitarie territoriali intermedie, da una rete ospedaliera che deve funzionare nella sua interezza è la proposta di Comunità competente, ha evidenziato Curia, nel ricordare come tra i risultati ottenuti ci sia l’istituzione del tavolo tecnico per il budget di salute sulle patologie mentali tra operatori del Settore e associazioni dei familiari e gli stessi pazienti.

Il commovente ricordo della dottoressa Romeo nelle parole del marito

Un momento di vera, sentita commozione è stato vissuto quando il dottor Zappone ha ricordato la figura della dottoressa Romeo cedendo la parola al marito, il dottor Napoli. Napoli, nel ricordare le doti umane e professionali della propria consorte, alle soglie della pensione, ha voluto con forza sottolineare l’importante ruolo delle donne nello svolgimento della professione medica.

L’auspicio è che non vengano lasciate sole in postazioni dell’entroterra poco sicure col rischio di venire malmenate o addirittura uccise. Ha preso quindi la parola il dottor Raso che si è soffermato sull’importanza di riaffermare con forza il principio di rispetto reciproco medico-paziente. «Occorre poi recuperare la centralità del malato e mettere la classe medica ed il personale infermieristico in condizioni di lavorare in piena sicurezza», ha aggiunto.

Il valore della testimonianza

Federico Bonacci, presidente regionale Amci, nel tracciare le tappe della nascita dell’Associazione nei suoi ottanta anni di vita, ha detto che i medici in genere ed i cattolici in particolare, devono oggi più che mai far sentire la propria voce attraverso testimonianze della propria fede nei confronti della vita in tutto il suo percorso: dalla nascita alla morte. «Garantire a ciascuno una prestazione sanitaria che non contempli diversità di trattamento», il suo auspicio e invito. A chiudere i lavori, è stato don Antonio Martello.


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L’assistente dei medici cattolici ha messo al centro dell’attenzione l’importanza che assume il rapporto medico-paziente inteso non solo come ammalato ma anche e soprattutto come individuo portatore di sentimenti ed affetti. «Curare il paziente vuol dire parlare con lui. Il medico deve accogliere il paziente con amore e carità spogliandosi della veste di semplice curatore dei malanni ed assumere la veste di curatore anche dello spirito», ha affermato.

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