C’è bisogno della “riflessione” a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incoraggiato qualche giorno fa i cittadini. C’è bisogno di «riflessione» dinanzi allo «slancio » e all’«altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune». E fare memoria aiuta la riflessione. Questi sono giorni di memoria, che la Chiesa celebra con il ricordo dei defunti, di tutti i defunti, senza distinzione. Ciascuno ricorda i propri cari, certamente; ma c’è un momento in cui essi sono pensati tutti insieme, per tutti si prega, di tutti si pensa che abbiano lasciato un ricordo. E da qualcuno, in modo speciale, si cerca di trarre un più profondo insegnamento, dinanzi alla testimonianza di una vita spesa nel servizio, nella dedizione, nell’altruismo... Così, la memoria è maestra di vita.
Cancellare la memoria – papa Francesco lo ha voluto ricordare anche recentemente nella Christus vivit – vuol dire fare spazio alle ideologie. Ai giovani ha consigliato di imparare dai nonni, per imparare dalla storia, e di crescere ancorati a quelle radici solide che sono gli esempi di vita, per costruire un futuro ricco di originalità. Perché se le idee sono frutto dell’impegno, della dedizione, della vocazione delle persone, le ideologie rischiano di essere piene di tutto, forse anche di idee buone, ma vuote proprio di persone.