Come da tradizione il 2 settembre torna la festa della Madonna della Montagna presso il Santuario di Polsi, nel cuore dell'Aspromonte
Madonna della Montagna, la festa amata dai devoti torna a Polsi
Una ricorrenza religiosa che ha radici profondissime nel sentimento comune del territorio metropolitano di Reggio Calabria e non solo
di Redazione Web
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Come da tradizione il 2 settembre torna la festa della Madonna della Montagna presso il Santuario di Polsi, nel cuore dell'Aspromonte. Una ricorrenza religiosa che ha radici profondissime nel sentimento comune del territorio metropolitano di Reggio Calabria e per tantissimi fuori sede.
Santuario di Polsi, c'è la festa della Madonna della Montagna
Il Santuario di Polsi (a San Luca in provincia di Reggio Calabria), sorge in una valle incassata tra i contrafforti dell’Aspromonte, incorniciato da un paesaggio particolarmente aspro e pittoresco.
Un racconto popolare vuole che nei pressi del Santuario ci fosse l’antro della Sibilla che, sconfitta, dovette cedere il passo alla Vergine. Un’antica tradizione parla della visione avuta da un pastore che si era recato in quei luoghi alla ricerca di un giovenco smarrito: l’ha ritrovato mentre inginocchiato adorava la Croce; un’altra ancora ne fa risalire l’origine al conte Ruggero di Altavilla (sec. XI).
Storicamente certa è la presenza dei Basiliani a Polsi, nel cui cenobio si venerava un’immagine di Maria. Verso la fine del 1400 il monachesimo basiliano si estinse in Calabria e il Santuario di Polsi andò incontro a secoli di decadenza. Risorse con Mons. Del Tufo, Vescovo di Gerace dal 1730 al 1748. Da allora è stato un continuo crescendo, sia per le costruzioni, sia per la presenza dei pellegrinaggi (dette “carovane”).
L’immagine che si venera a Polsi – una imponente Statua in pietra siracusana, che raffigura la Madonna seduta con il Bambino sulle ginocchia – fu recata sul posto, proveniente dalla Sicilia, nel 1560. La prima incoronazione della Madonna di Polsi avvenne nel 1881; se ne ripeté il rito nel 1931 e nel 1981 alla presenza di una moltitudine devota e festante.
Questo cammino spirituale viene percorso ogni anno da migliaia di fedeli, sin dall’epoca della Magna Grecia. Un posto magico, sublime, che assomiglia tanto all’Olimpo; un santuario nel cuore della montagna, prossimo alla vetta dell’Aspromonte, Montalto: duemila metri di altezza. Ovunque la bellezza della natura incontaminata della “montagna bianca”, lecci, castagni, querce secolari. Per Corrado Alvaro, il più grande scrittore calabrese del ‘900, quella di Polsi è: “La grande festa!”, la festa per eccellenza.
Dalla Megale Hellas al culto cristiano
La presenza greca di un culto legato a Demetra è stata attestata dal recente ritrovamento nell’attuale sito dove sorge il santuario di statuette votive, monete, reperti del periodo provenienti da Siracusa, Agrigento, Sibari, a testimonianza che i pellegrini giungevano, già da allora, dalla Sicilia e dalla Calabria.
Qui gli antichi abitanti delle colonie greche venivano una volta l’anno per consultare l’oracolo di Pule; “Pule” nel greco antico significa passaggio, battente di porta, porta. Il Pulakos è il custode della porta. È la porta che ti fa accedere all’Olimpo, al regno degli dei. A Polsi si arrivava non solo per interrogare l’oracolo, ma anche per dirimere le controversie tra le diverse tribù, per spartirsi il territorio, stringere alleanze e prepararsi a nuove guerre.
Il primo nucleo del culto cristiano si forma, al principio dell’XI secolo, attorno a un gruppo di monaci basiliani di rito greco, ma è a partire dal XV secolo, in concomitanza con la diffusione dei miracoli legati al luogo, che lo stesso viene consacrato alla Madonna, denominata da allora Madonna della Montagna.
Sin dalla fine di agosto e per tutto il mese di settembre, i pellegrini risalgono le strade dell’Aspromonte, dal Tirreno e dallo Jonio per vivere la notte sacra; la notte insonne che scorre fra il primo e il due di settembre. La veglia, fatta di litanie, preghiere, canti e balli è detta dagli antropologi “incubatio”.
I fedeli fanno a gara per salmodiare novene, richiedere grazie, fare voti, per alzare il proprio figlio fino a fargli sfiorare le vesti di pietra della Madonna o per toccare la statua miracolosa. Molti salgono fino al casello di Cano, incrocio tra i due versanti per poi discendere nella vallata che porta al santuario, a piedi scalzi, gridando a più riprese: “Viva Maria, a Maronna ‘ra muntagna chi di lupi non si spagna!!”(Viva Maria, Madonna della montagna che dei lupi non si spaventa) Un misto di “devozione religiosa e festa dionisiaca”, così come descritta dal romanziere calabrese Francesco Perri.
L’altare della piccola chiesa, nella notte, accoglie le offerte votive dei fedeli. Il santuario è caratterizzato dalla presenza di numerose case di appoggio per i pellegrini, ogni paese ne possiede una, e alla “balconata” si possono leggere i nomi dei vari comuni di provenienza. Un nucleo importante è composto dai devoti siciliani che occupano la parte del complesso denominata “domus siculorum”, a testimonianza della diffusione del culto mariano in un’area vastissima.
I fedeli dello Stretto di Messina, che compiono due giorni di viaggio per arrivare fin qui, nel cuore dell’Aspromonte, hanno sempre venerato questa Madonna che sin dal culto greco bizantino era definita la “Gorgo Epikoos”, la Madonna dei naufraghi, quella che interviene in soccorso di chi è in difficoltà in mare.
Il programma della festa di Polsi 2023
Entrando del dettaglio, i festeggiamenti in onore della Madonna della Montagna presso il Santuario di Polsi concluderanno domani la novena, iniziata il 24 agosto. Durante questi giorni, il 30 agosto si è celebrato l'anniversario della Dedicazione del Santuario.
Il 2 settembre, in occasione della Solennità della Madonna della Montagna, alle 3 di notte si terrà la prima celebrazione eucaristica; il programma dei festeggiamenti religiosi proseguirà alle 7.30 con un'altra messa in Santuario, mentre il momento centrale si svilupperà dalle 10.30 la Messa solenne presieduta da monsignor Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, a cui seguirà la processione per le vie dell'abitato e la benedizione.
Ecco la puntata di oggi del percorso Podcast intrapreso dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
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