Avvenire di Calabria

Intervista alla dirigente scolastica dell'Istituto d'istruzione superiore "Augusto Righi" di Reggio Calabria

Scuola, Musarella: «La cultura ecologista aiuta a costruire relazioni»

Dalla Pedagogia "green" alle nuove sfide culturali in chiave ambientalista, ecco come cambia il coinvolgimento dei giovani d'oggi

di Francesco Chindemi

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Dalla Pedagogia "green" alle nuove sfide culturali in chiave ambientalista, ecco come cambia il mondo della scuola: più sensibile alle tematiche legate all'ambiente.


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Già entrata in classe da qualche anno, la pedagogia “green” non solo aiuta a far maturare una maggiore coscienza verso la “Casa comune”, ma rappresenta uno dei principali antidoti contro le devianze giovanili. Ne abbiamo parlato con Maria Daniela Musarella, dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione superiore “Righi” di Reggio Calabria.

La transizione ecologica è una sfida a cui sono chiamate soprattutto le nuove generazioni. Quale può essere il contributo della scuola rispetto alla tutela dell'ambiente?

La scuola, quale comunità educante, contribuisce alla formazione dei giovani nell’ottica della cittadinanza attiva, creando un nuovo alfabeto ecologico e insegnando che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti e non compromette quelle future. La scuola utilizza le risorse disponibili per coinvolgere esperti che dialogano con gli studenti sui temi inerenti la transizione ecologica.

Nella sua enciclica Laudato si’, papa Francesco ci dice che le questioni ambientali non possono essere relegate solo alla sfera scientifica, ma anche culturale. Si è pronti a reimpostare una pedagogia in ottica green?

In relazione ad una pedagogia in ottica green, la legge numero 92 del 2019 ha introdotto l’educazione civica per tutte le scuole. Una delle macrotematiche è proprio lo sviluppo sostenibile, parte integrante della progettazione curriculare d’istituto. Pertanto lo studio delle tematiche ambientali rappresenta un aspetto fondamentale dell’offerta formativa del Righi alla luce della citata normativa.

Sul fronte dell’educazione all'ambiente e alla sostenibilità la sua scuola cosa ha fatto. Ce ne vuole parlare?

Sono stati attivati progetti volti a far acquisire conoscenze teoriche e competenze tecniche in materia di sviluppo sostenibile secondo l’Agenda 2030 (Goal 4.7). In parti- colare il progetto “Se riciclo mi differenzio” e il progetto “Rc Metro citizens in transition”. Le attività progettuali sono state svolte utilizzando software specialistici (Bim) e strumentazioni di ultima generazione (stampante 3D).

Cos’altro farete nel nuovo anno scolastico?

La nostra scuola continuerà il percorso formativo relativo alla curvatura Architettura di interni e sostenibilità ambientale attivata nell’indirizzo Costruzione ambiente e territorio, ampliandolo con nuove tematiche e nuovi ambiti disciplinari quali, tra gli altri, Architettura d’interni, Bioarchitettura e Architettura del paesaggio. L’istituto si avvarrà della collaborazione di architetti, docenti universitari e docenti interni.

Guardando alle devianze oggi sempre più diffuse nell’universo giovanile, maturare una maggiore consapevolezza “green”, può aiutare ad avere maggior rispetto anche del prossimo?

Il rispetto dell’altro ci riporta a quel senso di comunità e di cura della casa comune tanto auspicato da papa Francesco nell’Enciclica Laudato sì. Le considerazioni del Pontefice riguardano un rapporto più equilibrato con l’ambiente e la realizzazione di una maggiore giustizia sociale.


PER APPROFONDIRE: Giornata Creato, don Bignami (Cei): «No a ecologismo di facciata»


Ci invita a riflettere sullo stretto legame che sussiste tra il rispetto verso il “nostro” ambiente inteso proprio come bene comune e il rispetto verso il “nostro” prossimo.

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