Avvenire di Calabria

Emerge da un'indagine che analizza i dati del Ministero dell'Istruzione e del Merito, di Istat e Dipartimento Coesione

Inaccessibilità delle scuole, ostacolo all’istruzione

Difficoltà a raggiungere la sede di scuola, ecco come il disagio che influisce sulle scelte degli studenti

di Redazione Web

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La difficoltà a raggiungere la propria sede di studio può costituire un ostacolo significativo all'accesso equo all'istruzione. È quanto emerge dall'ultimo dossier di Openpolis che fotografa la situazione anche in Calabria.

L'indagine è basata su dati del Ministero dell'Istruzione e del Merito, Istat e Dipartimento Coesione. Mette in relazione accessibilità delle scuole e opportunità educative, evidenziando come la mancanza di collegamenti efficienti per raggiungere le scuole possa contribuire ad accrescere le barriere culturali.

A soffrire di più, secondo il dossier, sarebbero gli studenti delle aree interne o comunque residenti in territori distanti dalle principali infrastrutture di collegamento: reti autostradali e ferroviarie.


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Insomma, la conclusione potrebbe essere scontata ma evidenzia la portata del fenomeno: «raggiungere scuole poco collegate con il trasporto pubblico rappresenta un’obiettiva limitazione nelle possibilità di scelta del percorso di studi».

Raggiungere la scuola dalle aree interne e con meno collegamenti

Rispetto ai quasi ottomila comuni presenti in Italia, le stazioni ferroviarie non sono accessibili né prossime in 2.599 casi (33% del totale); per le autostrade i casi sono 3.542 (45%).

Poco meno di duemila comuni (1.960, quasi 1 su 4) sono fortemente deficitari nell’accessibilità e nella vicinanza di entrambe le infrastrutture: stazioni ferroviarie e rete autostradale.


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Non casualmente, oltre il 60% dei comuni deficitari nelle infrastrutture di trasporto sono anche periferici e ultraperiferici. Ovvero i loro abitanti impiegano oltre 40 minuti per raggiungere il polo di servizi più vicino. Cifra che sale a più di 66 minuti nel caso dei comuni ultraperiferici.

Un divario potenzialmente enorme in termini di opportunità educative, dal momento che tra le caratteristiche dei comuni polo vi è quella di un’offerta scolastica secondaria superiore articolata. Cioè almeno un liceo – scientifico o classico – e almeno uno tra istituto tecnico e professionale.

Oltre 300 mila i minori che vivono in aree mal collegate con la rete dei trasporti

1.187 i comuni che oltre ad essere periferici sono anche deficitari in termini di infrastrutture di trasporto. In questi circa 1.200 comuni più periferici e meno collegati attraverso le infrastrutture trasportistiche, come la rete autostradale e le ferrovie, vivono 2,7 milioni di persone. Di queste, quasi 400mila sono di minore età.


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In tutto 389.211 i residenti con meno di 18 anni in comuni più periferici e meno accessibili. Bambini e ragazzi per cui la questione degli spostamenti per raggiungere la scuola è cruciale e quotidiana.

Percentuale di edifici scolastici raggiungibili

Nell’anno scolastico 2022/23, l’89,3% degli edifici scolastici in Italia è potenzialmente raggiungibile con mezzi pubblici. Tuttavia, questa percentuale varia a seconda del tipo di comune, evidenziando ulteriori sfide nelle aree periferiche e ultraperiferiche.

Una quota varia in base al tipo di comune. Una percentuale inferiore alla media si riscontra ad esempio tanto nei comuni periferici quanto in quelli ultraperiferici. Mentre nei primi il dato è sostanzialmente allineato (89%), nei secondi scende di 2 punti (87,2%). Complessivamente, nei comuni a oltre 40 minuti dai poli l’88,7% degli edifici risulta collegato ai mezzi pubblici.

Le diverse situazioni in Italia

Le differenze territoriali appaiono molto ampie. In 4 regioni tutti gli edifici scolastici nelle aree periferiche con carenze infrastrutturali risultano almeno potenzialmente collegate con mezzi alternativi all’auto. Si tratta di Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Un dato che ovviamente da solo non basta a garantire il rispetto di opportunità educative eque per i ragazzi di questi territori, ma che è comunque un indicatore della capillarità del servizio.

All’estremo opposto, troviamo PugliaCalabriaEmilia-RomagnaCampania e Umbria. In queste 5 regioni meno dell’85% delle scuole in aree periferiche con infrastrutture carenti risulta potenzialmente raggiungibile con mezzi diversi da quello privato.


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Anche in questo caso, ciò non è sufficiente a dare una misura esatta del disagio. Andrebbero infatti considerati aspetti su cui spesso i dati sono carenti o assenti in forma strutturata. Come la frequenza dei collegamenti, l’ampiezza dei mezzi a disposizione, la qualità del servizio e altri ancora.

Allo stesso tempo, questi dati ricordano, conclude l'indagine, «quanto la questione dei trasporti e dei collegamenti sia centrale nell’accesso ai servizi e nelle politiche di contrasto della povertà educativa».

La situazione nei capoluoghi calabresi

A Reggio Calabria su 107 edifici scolastici presenti sul territorio comunale, solo 28 sono raggiungibili con trasporti alternativi al mezzo privato, pari al 26,2%. A Catanzaro (28 edifici su 78 raggiungibili con i mezzi pubblici), la percentuale cresce al 37,3%.

A Cosenza, su 61 scuole nel solo territorio comunale, quasi la metà è servita dai mezzi pubblici (49,2%). Fa meglio Vibo Valentia, dove su 39 scuole, 35 sono raggiungibili con mezzi diversi da quelli privati per una percentuale pari all'89,7%. Nono sono disponibili, invece, i dati relativi a Crotone.

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